Buongiorno Lettori e buon lunedì, come state? Spero abbiate trascorso un bel weekend, sabato è ufficialmente iniziata la primavera e, nonostante il vento gelido, mi sono goduta un po' il sole. Per quanto ami l'autunno e l'inverno, vedere la natura sbocciare è sempre uno spettacolo meraviglioso. E a proposito di primavera, oggi voglio lasciarvi il mio parere su Il linguaggio segreto dei fiori, titolo che ho letto per la challenge 12 parole per 12 libri di marzo. Se mi seguite su Instagram saprete già che non l'ho apprezzato per niente, ma sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi, se vi va ditemelo nei commenti, so che è stato un bestseller molto amato!
Non mi fido, come la lavanda. Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho paura, la mia voce sono i fiori.
Autore: Vanessa Diffenbaugh
Prezzo: 18,60€
Pagine: 359
Pubblicazione: 2011
Editore: Garzanti
Trama: Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili.
Come al solito io arrivo tardi a leggere romanzi famosi e titoli bestseller, niente di nuovo. Di solito succede perché quando di un libro si parla ovunque il fastidio ha il sopravvento sulla curiosità, e preferisco lasciar passare del tempo prima di dedicarmici. In questo caso di anni ne sono passati addirittura dieci, perché Il linguaggio segreto dei fiori è stato un caso editoriale nel 2011 e, a quanto ricordo, è stato amato e osannato più o meno da chiunque. Non nascondo di averlo iniziato con poca convinzione, soprattutto perché con gli anni ho capito che di Garzanti apprezzo poco le traduzioni - gusti personali, ovviamente - e a pelle non avevo una sensazione positiva, ma ho sempre amato le piante e i loro significati, quindi ho cercato di mettere da parte i pregiudizi e gli ho dato una chance.
È andata decisamente male. Fin dalle prime pagine ho ritrovato quello stile piatto e apatico che ormai associo a tutti i romanzi di narrativa tradotti da questa casa editrice - penso di dovermi mettere l'anima in pace, evidentemente non incontrano i miei gusti - e la storia ci ha messo molto, troppo, a ingranare. Ho trovato l'inizio lento e noioso, senza contare che raramente apprezzo flashback e salti temporali, quindi il fatto che la storia sia intervallata da capitoli che raccontano il passato della protagonista, per quanto utili a capire la sua storia famigliare, non ha decisamente aiutato. Il problema più grande però è stato proprio Victoria, personaggio centrale che ho detestato dalla prima all'ultima pagina. Victoria viene descritta come una giovane donna problematica, dal passato difficile, che fatica a rapportarsi con le persone e preferisce comunicare attraverso i fiori che tanto ama. Il problema è che nei suoi confronti per tutto il libro ho provato solo fastidio e disagio, non sono riuscita ad empatizzare con lei né a capire le sue reazioni assurde o i suoi gesti all'apparenza insensati. Forse è stata una mancanza mia, ma lo stile dell'autrice e la storia banale non sono proprio riusciti a farmi provare nulla nei confronti di Victoria, se non una gran voglia di scrollarla e dirle "ma anche basta, riprenditi". Razionalmente mi rendo conto che si parla di una ragazza con delle problematiche, ma il fastidio ha superato qualsiasi altra emozione, compassione compresa.
Vorrei poter dire di aver apprezzato almeno il tema del significato dei fiori, ma non è stato così. È sicuramente stata fatta una ricerca approfondita dell'argomento ma, nonostante se ne parli per tutto il romanzo, la presenza di piante e fiori non mi ha fatto né caldo né freddo, anzi, ho trovato il rapporto tra essi e la protagonista molto debole.
Nonostante tutte queste problematiche, la prima parte del romanzo è stata relativamente scorrevole e non eccessivamente fastidiosa, infatti pensavo di assegnargli come voto una sufficienza stiracchiata. Purtroppo nella seconda parte subentra una tematica che non mi aspettavo: la maternità. Non voglio scendere nei particolari per evitare spoiler, ma quando si parla di gravidanza e maternità inizio a sudare freddo, perché in fatto di letture ho avuto delle pessime esperienze - ricordo ancora l'orrore mentre leggevo Lo strano caso dell'apprendista libraia, sempre edito Garzanti - e ormai ho imparato che, standomi molto a cuore, raramente sono soddisfatta di come viene trattato nei romanzi. Il linguaggio segreto dei fiori personalmente trovo che trasmetta dei messaggi molto negativi e dannosi sull'argomento, e la cosa che non mi va giù è che nella maggior parte dei casi questi non vengono giustificati o argomentati dall'autrice. Io penso sempre che sia giusto e importante raccontare storie difficili e trattare temi scomodi, ma se lo si fa senza dare al lettore una spiegazione l'effetto raramente è istruttivo, perché non permette di riflettere su ciò che stiamo leggendo e di capire quindi che cosa c'è di sbagliato in quello che l'autore sta raccontando.
Per quanto mi riguarda Il linguaggio segreto dei fiori aveva un grande potenziale, ma è stato sviluppato in maniera superficiale e poco adatta a far riflettere il lettore. A me non ha trasmesso nulla, non ho apprezzato lo stile né la trama, non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio e non ho empatizzato neanche lontanamente con la protagonista, che continuo a trovare un personaggio negativo e fastidioso. Naturalmente questo è il mio personale parere, se il libro è diventato un caso editoriale in tutto il mondo un motivo ci sarà, ma per quanto riguarda la mia sensibilità e le mie esperienze di vita, questo libro non mi ha colpita in alcun modo, al contrario, mi ha lasciato una sensazione di disagio e fastidio. Tornando indietro non lo leggerei, mi ha ricordato moltissimo Eleanor Oliphant sta benissimo e Lo strano caso dell'apprendista libraia, entrambi editi da Garzanti e finiti sulla mia lista nera. Se a voi questi due titoli sono piaciuti vi consiglio di recuperare questo bestseller della Diffenbaugh, perché la probabilità che lo amiate è altissima. Se invece sono romanzi che vi hanno urtato l'anima, come nel mio caso, risparmiate soldi e tempo e dedicatevi ad altre letture.
Sono davvero dispiaciuta di essere rimasta così delusa e infastidita da questo romanzo, in futuro spero di trovare la voglia di dare all'autrice una seconda chance, anche perché ho già in casa un altro suo romanzo, ma credo proprio che se ne riparlerà fra parecchio tempo.
Cosa ne pensate voi di questo libro, vi è piaciuto?
Ciao! Purtroppo ho letto questo libro circa cinque anni fa ed i ricordi non sono moltissimi. Per me erano state ombre e luci: avevo apprezzato la tematica floreale, e la seconda parte sicuramente mi aveva coinvolto ben più della prima, però ricordo come te un certo senso di disagio nei confronti della protagonista. Aveva degli atteggiamenti strani... un forte senso di asocialità al limite dell'alienazione. Di sicuro un personaggio interessante, ma difficile!
RispondiEliminaGrazie del parere, mi trovo d'accordo con te. Non è sbagliato voler parlare di una protagonista problematica, ma se poi non mi spieghi/giustifichi questi comportamenti allucinanti a me, che grazie al cielo non ne soffro, cosa trasmette? Peccato, poteva essere interessante!
EliminaCiao! Ho letto questo libro anni fa,ricordo che mi era piaciuto molto. La parte dei flashback era stata la mia preferita. Ma per il resto buio totale, non ho particolare memoria in generale 🤣
RispondiEliminaCiao Arianna! Le parti dei flashback non le ho trovate brutte, anzi, sono piuttosto indispensabili per comprendere il passato di Victoria, ma a me non piacciono in generale, trovo che spezzino troppo la narrazione e mi fanno perdere il filo. Preferisco un prologo più lungo ambientato nel passato, per esempio. Tutte queste piccole scene spezzettate nel corso della storia mi fanno rallentare troppo la lettura :)
EliminaMi spiace che la lettura ti abbia così delusa, spero che la prossima sia migliore :)
RispondiEliminaNon che ci voglia molto xD Anche se in questo periodo sono sfigata sul fronte letture, quindi... mai dire mai! Penso andrò sul sicuro con Carrisi ♥
EliminaCiao Seli.
RispondiEliminaAvevo questo libro sullo scaffale ma poi l'ho dato via senza neanche aprirlo perché, come succede spesso, mi era passata la voglia di leggerlo.
Quindi non ho nulla da dire a riguardo se non che, vista la tua recensione, ne deduco che ho fatto bene a non leggerlo.
Ciao Cry! Sinceramente non so se tu lo avresti apprezzato più di me, a sentimento ti direi che hai fatto bene a darlo via. Peccato perché aveva del potenziale, ma pazienza.
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