venerdì 9 luglio 2021

Recensione "Skellig" di David Almond

Buongiorno Lettori e buon venerdì, come state? Spero abbiate passato una bella settimana, avete qualche programma interessante per il weekend? Io come avrete capito ho pensato di tenervi compagnia con la recensione di un libro che ho recuperato all'usato un paio di settimane fa e da cui mi aspettavo grandi cose... purtroppo devo ammettere che un po' mi ha delusa. Se lo avete letto fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate, sono curiosa del vostro parere!


Originalissimo, emozionante, pieno di mistero
- Philip Pullman -


Titolo: Skellig
Autore: David Almond
Prezzo: 11,00€
Pagine: 151
Pubblicazione: 2009
Editore: Salani


Trama: Nel garage della nuova casa, Michael scopre qualcosa di magico: una creatura, un po' uomo un po' uccello, che sembra avere bisogno di aiuto. Si chiama Skellig e adora il cibo cinese e la birra scura. Non sapremo mai di preciso cos'è; c'è del mistero in questa storia, ma va bene così. L'importante per Michael, e per la sua sorellina sospesa tra la vita e la morte in ospedale, è che Skellig ci sia. Come scrive Nick Hornby, Skellig è una storia "meravigliosamente semplice ma anche terribilmente complicata (...) è un libro per ragazzi perché è accessibile e perché i protagonisti sono bambini, ma credetemi, è anche un libro per voi, perché è un libro per tutti, e l'autore lo sa"


Immaginate di girare per la libreria dell'usato e di trovare Skellig per due spiccioli. Da grande amante della letteratura per ragazzi devo ammettere questa mancanza: non conoscevo l'autore né i suoi lavori. Credo di averlo già sentito nominare, in passato, ma non avrei mai saputo citare qualche suo romanzo. Come se già non mi incuriosisse, ho scoperto che nel 1998 con questo titolo David Almond si è aggiudicato niente meno che la Carnegie Medal, uno dei più importanti premi letterari nel campo della letteratura per ragazzi, vinto anche da alcuni dei miei romanzi preferiti di sempre - Sette minuti dopo la mezzanotte, Alla fine del mondo, Bunker Diary - e assegnato ad autori del calibro di Patrick Ness, Neil Gaiman, Jennifer Donnelly, Philip Pullman e tanti altri. Tutto questo solo per arrivare a dire che le mie aspettative non erano alte, di più! Insomma, al mondo Skellig è piaciuto tantissimo. Ne sono state fatte decine di edizioni, una graphic novel, un film con niente meno che Tim Roth nei panni del protagonista. Insomma, ci ho girato intorno abbastanza, tanto avete capito che sta per arrivare il tanto temuto ma: ebbene sì, a me non è piaciuto.
Non posso dire di averlo trovato brutto né che la storia sia banale, al contrario, Skellig è un romanzo indirizzato ad un pubblico di lettori molto giovani - dagli 11 anni in su - che affronta delle tematiche delicate e interessanti, motivo per cui alla fine ho deciso di assegnargli la sufficienza. Le pecche però a mio avviso ci sono, e non mi hanno lasciata indifferente. Prima fra tutte lo stile dell'autore, che personalmente non è riuscito a colpirmi né a convincermi. Non voglio polemizzare sul fatto che sia davvero semplice - semplice non è banale - anzi, in genere ne apprezzo la scorrevolezza e giustamente va tenuto conto del target a cui è indirizzato, ma in questo caso ho trovato la penna di Almond troppo asciutta, quasi telegrafica. Poco coinvolgente, insomma.
Un altro punto a sfavore sono stati i personaggi principali: ho trovato Skellig e Michael poco interessanti o comunque sfruttati male, nel senso che Michael è il classico ragazzino buono di cuore che sta attraversando un momento difficile a causa della sorellina malata e va bene, poco approfondito ma ci può stare, la figura di Skellig però aveva un potenziale enorme, che non è minimamente stato utilizzato. Della co-protagonista, Mina, non so cosa dire. L'ho trovata noiosa e fastidiosa, anche se non credo fosse quello l'intento dell'autore, anzi. So che successivamente è stato pubblicato un romanzo prequel interamente dedicato a lei - La storia di Mina - ma dubito fortemente che lo recupererò.
Il romanzo, nel complesso, mi ha lasciata un po' perplessa e decisamente insoddisfatta. Ci sono dei concetti molto interessanti e ho apprezzato quel pizzico di realismo magico, che colora la quotidianità altrimenti triste e monotona dei personaggi, ma in definiva non posso dire che mi abbia suscitato particolari emozioni.
Non l'ho trovato commovente né particolarmente interessante o originale. Profondo nell'idea, ma non nella realizzazione. Forse non ho colto qualcosa, chi può dirlo, fatto sta che mi ha lasciata piuttosto indifferente... o forse ho letto troppi romanzi per ragazzi davvero tosti e drammatici, per lasciarmi commuovere con così poco. Detto questo, Skellig non è un romanzo che sconsiglio o che reputo brutto, al contrario, semplicemente non ha saputo emozionarmi.


Fatemi sapere se avete letto questo libro di Almond e nel caso cosa ne pensate, vi è piaciuto?

4 commenti:

  1. Mi dispiace che non ti abbai preso! Io ricordo di essermi emozionata moltissimo quando lo lessi alle superiori

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    1. Stavo per dire che forse, letto anni fa, sarebbe stato lo stesso per me, ma sai che non ne sono certa? Dopo essere rimasta traumatizzata da Un ponte per Terabithia e storie di quel calibro sono diventata una bambina difficile da commuovere xD In ogni caso l'ho trovato un titolo valido, a modo suo.

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  2. Ciao Seli!
    Non conoscevo questo libro ma, devo dire che nonostante la tua recensione, mi incuriosisce.
    Chissà, prima o poi potrei anche leggerlo.
    Un bacione

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    1. Fai benissimo Cry, è un testo molto valido vista la tematica :) Spero ti piacerà!

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