lunedì 1 luglio 2019

Recensione "E l'oceano era il nostro cielo"

Buongiorno Lettori e buon lunedì, come state? Ma soprattutto, come ve la state cavando in questi giorni afosi? Io come sapete reggo malissimo il caldo, sia fisicamente che mentalmente e trascorro la maggior parte dell'estate con mal di testa e una spossatezza che mi rendono difficile fare qualsiasi cosa. Oggi però è il primo luglio e io mi sono resa conto che non manca molto alla nostra partenza per la Polonia quindi, afa o non afa, devo assolutamente smaltire qualche recensione. E naturalmente ho voluto iniziare da quella dedicata all'ultima opera di Ness, per cui ringrazio nuovamente Mondadori per l'omaggio. Fatemi sapere se lo avete letto!


«Un potente inno contro la guerra.»
- The Times -


Titolo: E l'oceano era il nostro cielo
Autore: Patrick Ness
Prezzo: 16,00€
Pagine: 168
Pubblicazione: 2019
Editore: Mondadori



Trama: Chiamatela Bathsheba. Perché è una balena, ed è diversa da tutte le altre: lei è predestinata. Fin da piccola ha saputo che sarebbe diventata una cacciatrice, nell'interminabile guerra delle balene contro gli uomini, tra i quali il più temibile è un mostro a metà tra mito e leggenda, lo spaventoso Toby Wick. Secondo molti, lui è il diavolo in persona, ma nessuno sa dire se esista davvero. Guidata dalla temeraria capitana Alexandra, Bathsheba è sulle sue tracce. Lo cercano, vagando da un oceano all'altro. Lo vogliono, per portare a compimento la profezia. Trovarlo sarà l'unico modo per cambiare per sempre il mondo.

Con le illustrazioni intense ed evocative di Rovina Cai, Patrick Ness riscrive Moby Dick, trasformando un classico della letteratura in una potente metafora della guerra.


Se c'è una cosa di cui sono sempre molto felice è la mia capacità di non attaccarmi eccessivamente agli autori, anche dopo aver amato alla follia una loro opera. Nel corso del tempo, infatti, ho avuto la prova che sono pochissimi gli scrittori in grado di incantarmi con ogni loro lavoro, e ho accettato l'idea che innamorarmi di un romanzo non significa per forza innamorarmi anche di chi lo ha scritto. Ho voluto fare questa premessa perché, come forse saprete, il mio romanzo preferito in assoluto è proprio Sette minuti dopo la mezzanotte, di Ness, motivo per cui ero curiosissima di leggere anche E l'oceano era il nostro cielo, sebbene fosse chiaro fin dalla trama che questi due titoli non avrebbero avuto quasi nulla in comune. Nel mio cuore le aspettative erano alte, più per una questione affettiva anche per altro, ma avevo già preso in considerazione la possibilità che non mi piacesse. Ora, a lettura terminata e dopo aver lasciato passare diversi giorni, continuo a non sapere bene cosa dirvi su questo romanzo. In parte mi ha deluso, ma mi è anche piaciuto, a modo suo. Iniziamo col dire che E l'oceano era il nostro cielo riprende il famoso romanzo di Moby Dick, che io purtroppo non ho ancora letto anche se non credo sia necessario farlo per poter apprezzare questo lavoro. L'idea di ribaltare il ruolo delle balene, cacciatrici spietate, e dell'uomo, è indubbiamente interessante e originale, così come quello di utilizzare un classico tanto amato per trasformarlo in una metafora della guerra e della crudeltà.
Prima di elencarvi le cose che non ho apprezzato, però, dedichiamoci un momento a quelle che invece mi sono piaciute, prima fra tutte l'edizione meravigliosa e curatissima da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Le illustrazioni di Rovina Cai sono semplicemente stupende e con pochi colori - quasi sempre bianco, nero e rosso - trovo che sia riuscita a far saltare letteralmente fuori dalle pagine alcune delle scene più intense del romanzo. Senza illustrazioni, lo dico senza problemi, la storia avrebbe perso moltissimo. Un po' come per Sette minuti dopo la mezzanotte, infatti, penso che metà del lavoro sia fatto proprio da queste bellissime tavole, che valgono tanto quanto le parole scritte da Ness se non di più, in alcuni casi. Un altro punto positivo è, come sempre, lo stile dell'autore, che personalmente trovo sempre evocativo e cupo, esattamente quello che piace trovare a me in questo tipo di romanzi.

Perché demoni ci sono nelle profondità
ma ben peggiori sono quelli che creiamo noi.

I problemi che però ho riscontrato in questo romanzo, pur essendo solo due, mi hanno impedito di lasciarmi coinvolgere dalla storia e, di conseguenza, di apprezzarlo come avrei voluto. Il primo difetto è che per più delle metà del libro, sinceramente, non ho capito dove volesse andare a parare Ness, e io sono una di quelle persone che, sia come lettrice che nella vita reale, detesta non sapere le cose. Invertire i ruoli dell'uomo e delle balene è stata una scelta interessante, ma a mio parere spiegata poco e in maniera confusa, come d'altronde lo è un po' tutto il romanzo. Su questo probabilmente avrei potuto chiudere un occhio, se non fosse subentrata anche un'altra pecca, ben più grave e difficilmente trascurabile: questo romanzo non mi ha trasmesso niente. Mi sento male solo a scriverlo, perché la tematica trattata è importante, dolorosa e ingiusta, di quelle che dovrebbero scuoterti l'anima, farti riflettere sulla crudeltà e, con tutta probabilità, farti versare qualche lacrima. Io il valore di questa storia e il messaggio che voleva trasmettere l'ho capito, ma onestamente durante la lettura non mi sono emozionata, non mi sono sentita coinvolta né toccata. Non mi è arrivato, ecco. Questo naturalmente non toglie il fatto che sia un romanzo per ragazzi valido e originale e trovo sempre ammirevole il voler affrontare tematiche così controverse, quindi a modo suo è un buon libro, ma non posso negare che su di me abbia sortito ben pochi effetti. La mia testa lo ha compreso, ma il mio cuore non lo ha sentito e questa è la cosa che trovo più triste quando leggo. Non me la sento di sconsigliarlo, i suoi pregi li ha, è un romanzo coraggioso che cerca di mostrare l'orrore della guerra da un punto di vista diverso dal solito - a questo proposito consiglio la lettura di Tinder, di Sally Gardner - ma, soprattutto, è una storia che mira a farci capire quanto in ognuno di noi coesistano il bene e il male e quanto sia sottile la linea che li separa. Io non ne sono rimasta del tutto soddisfatta, ma sono contenta di averlo letto e non escludo di dargli una seconda possibilità in futuro, magari insieme a Tristan quando avrà l'età giusta.


Fatemi sapere se vorreste leggerlo o cose ne pensate!

4 commenti:

  1. Come si suol dire... de gustibus! A me questo libro ispira tantissimo e spero di poterlo recuperare presto. Non mi ha mai attratto molto il classico da cui è ispirato però con questo libro è stato amore a primo sguardo. Chissà perché.

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    1. E io spero tanto che ti piacerà! Purtroppo, pur avendone compreso il bel messaggio, a livello emotivo non è riuscito a trasmettermi molto. Come dicevo penso lo rileggerò più avanti, magari riuscirò a coglierne altre sfumature :)

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  2. Ciò che hai scritto è esattamente ciò che ho provato con Sette minuti dopo la mezzanotte, ahimè, mi sono sentita per la maggior parte del libro confusa, senza capire dove si volesse andare a parare. Credo che Ness sia uno scrittore che vada letto nel momento giusto, infatti anche io darò una seconda possibilità al libro che ho citato sopra perché sento di non aver compreso tutto ciò che mi avrebbe voluto dare. Per quanto riguarda questo, invece, trovo la trama molto accattivante, non escludo di prenderlo.

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    1. Ciao Simona! Non ti nascondo che mi fa strano sentirti dire che hai provato lo stesso per Sette minuti, a me la storia è sembrava chiara e lineare, però chiaramente ogni lettore percepisce in maniera diversa quindi posso immaginare. Io personalmente in questo suo nuovo titolo ho faticato a seguire la trama, non mi ha preso proprio perché non capivo cosa stavo leggendo, tutto il contrario di Sette minuti :)

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