giovedì 27 gennaio 2022

Recensione "Se questo è un uomo" e "La tregua" di Primo Levi

Buongiorno Lettori e buon giovedì, come state? In questo periodo sono stata parecchio assente dal blog ma, come vi avevo anticipato, mi sto dedicando alla scrittura. Oggi però è il 27 gennaio e si celebra una ricorrenza molto importante, la Giornata della Memoria. Per l'occasione, insieme a un gruppetto di amiche lettrici, abbiamo deciso di organizzare un piccolo progetto che speriamo vi piacerà: ognuna di noi, nel corso della giornata, recensirà una lettura a tema. A fine post vi lascerò i link dove trovare i pareri delle altre ragazze, ma prima vediamo il titolo con cui ho scelto di celebrare io questa ricorrenza, ovvero le due opere più famose di Primo Levi.



Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò Se questo è un uomo nel 1947.
Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente
ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo.

Titolo: Se questo è un uomo - La tregua
Autore: Primo Levi
Prezzo: 9,00€
Pagine: 354
Pubblicazione: 1989
Editore: Einaudi


Trama: Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò Se questo è un uomo nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa. Se questo è un uomo è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. Levi, ne La tregua, ha voluto raccontare anche il lungo viaggio di ritorno attraverso l'Europa dai campi di sterminio: una narrazione che contempera il senso di una libertà ritrovata con i segni lasciati dagli orrori sofferti.


Quando si parla delle testimonianze dei sopravvissuti all'Olocausto c'è sempre un nome che spicca sugli altri, quello di Primo Levi. Nel corso degli anni ho sempre cercato di celebrare questa ricorrenza con delle letture a tema, a volte romanzate, altre biografiche, ma non avevo mai trovato l'occasione giusta per dedicarmi alle opere di Levi. Quest'anno ho deciso che era arrivato il momento di colmare questa lacuna, e per diversi giorni a farmi compagnia ci sono stati Se questo è un uomo e La tregua, inizialmente nati come scritti singoli, ma successivamente raggruppati in una sola edizione.
Come ogni testimonianza, credo che il mio parere abbia valore solo fino ad un certo punto. Per una volta non siamo qui a valutare una trama o la caratterizzazione dei personaggi, ma l'importanza degli eventi narrati. E, è il caso di dirlo, quella di Levi è senza ombra di dubbio una testimonianza preziosa.
Quando ho iniziato Se questo è un uomo l'ho fatto con timore, temevo di trovarmi di fronte ad una narrazione lenta, storicamente interessante e valida, ma poco scorrevole... non è stato così. I primi capitoli, come immaginavo, sono stati pura sofferenza e nel leggerli mi sono ritrovata con il cuore pesante e gli occhi lucidi. Ho sentito il bisogno di sottolineare diversi passaggi, di rileggerli e imprimermeli nella memoria, perché non ci sono parole per descrivere l'orrore vissuto in quei terribili anni dalle vittime e dai sopravvissuti all'Olocausto.

Questo è l’inferno. Oggi, ai nostri giorni, l’inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi di stare in piedi, e c’è un rubinetto che gocciola e l’acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente. Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti.

Ho però scoperto che le mie paure erano infondate: dopo un inizio duro e commovente, capace di scavare un buco nel petto anche al più impassibile dei lettori, la narrazione è diventata sorprendentemente scorrevole. La penna di Levi è riuscita a rendere indelebili momenti della storia strazianti e impossibili da digerire, ma lo ha fatto nel modo più efficace possibile: scrivendo, semplicemente, la verità. È stato devastante scoprire quanto l'orrore, per alcuni, fosse diventato la normalità. Levi, con sincerità e rispetto, ha saputo dar voce a chi nei campi di concentramento si è arreso, a chi ha combattuto fino all'ultimo. A chi ce l'ha fatta e a chi è rimasto indietro.
Ho trovato molto interessante anche La tregua: emotivamente meno pesante, nonostante i traumi lasciati dalla tragica esperienza, ma ricco di storie ed eventi di cui non ero a conoscenza. Le opere che avevo letto fino a d'ora si concentravano principalmente sul periodo trascorso nei campi di sterminio, è stata quindi una novità per me seguire Levi e i suoi compagni nel lungo viaggio che, attraverso l'Europa, li avrebbe riportati da famiglie spezzate e case che non sarebbero mai più state le stesse.
A nessuno piace soffrire, ma personalmente ci tengo a mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato, nel dolore e nella speranza che errori e tragedie del genere non succedano mai più. Queste due opere di Levi rientrano senza dubbio tra le testimonianze più preziose presenti nella mia libreria, e non mancherò di leggere altri suoi testi.

Spero che il mio parere su queste opere vi sia stato il qualche modo utile, adesso è arrivato il momento di lasciarvi i contatti Instagram delle mie compagne di avventura, vi consiglio di passare sui loro profili per scoprire altre letture a tema Giornata della Memoria!


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