Buongiorno Lettori e buon lunedì, come state? Avete passato un bel weekend? A noi è toccato fare un bel giro all'Ikea, ma non posso lamentarmi, finalmente abbiamo trovato alcuni dei mobili che stavamo cercando. Per altri ci toccherà aspettare che il magazzino venga rifornito, ma pazienza. Passando a cose più interessanti, come ogni lunedì sono qui per proporvi una recensione, e direi che è arrivato il momento di parlare della trilogia di The Selection, di Kiera Cass! Voi l'avete letta?
35 ragazze. 1 corona. La competizione di una vita.
Autore: Kiera Cass
Prezzo: 9,90€
Pagine: 281
Pubblicazione: 2014
Editore: Sperling&Kupfer
Trama: Molti anni dopo la Quarta guerra mondiale, in un Paese lontano, devastato dalla miseria e dalla fame, l'erede al trono sceglie la propria moglie con un reality show. Spettacolare. Così, per trentacinque ragazze la Selezione diventa l'occasione di tutta una vita. L'opportunità di sfuggire a un destino di fatica e povertà. Di conquistare il cuore del bellissimo principe Maxon, e di sognare un futuro migliore. Un futuro di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America Singer è un incubo. A sedici anni, l'ultima cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere rinchiusa tra le mura di un palazzo che non conosce ed entrare a far parte di una gara crudele. In nome di una corona - e di un uomo - che non desidera. Niente e nessuno, infatti, potrà strapparle dal cuore il ragazzo che ama in gran segreto: il coraggioso e irrequieto Aspen, l'amico di sempre, che vorrebbe sposare più di ogni altra cosa al mondo. Poi, però, America incontra il principe Maxon, e la situazione si complica. Perché Maxon è tutto ciò che Aspen non sarà mai: affascinante, gentile, premuroso e immensamente ricco. E può regalarle un'esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare...
Premessa: quando ho iniziato a leggere questa trilogia sapevo a cosa stavo andando incontro. Purtroppo partire con basse aspettative non mi ha impedito di bocciarla, ma almeno mi sono risparmiata una delusione eccessivamente grande. Ma facciamo un piccolo passo indietro. The Selection si presenta come una saga distopica, divisa in una prima trilogia che vede come protagonista America, e una duologia aggiunta successivamente e ambientata vent'anni dopo la conclusione del terzo volume. Sebbene io abbia già in lettura questa fantomatica duologia sequel, ho deciso di dedicare una recensione singola alla prima trilogia, quindi oggi mi concentrerò su The Selection, The Elite e The One, come sempre evitando spoiler di qualsiasi tipo. Prima di tutto, bisogna dirlo: di distopico in questa storia c'è poco o niente. O almeno, non ci troverete il tipo di distopia a cui ci hanno abituati serie come Hunger Games, Divergent e saghe simili, ecco. Bisogna anche dire che però The Selection non ci prova neanche a spacciarsi per una serie di quel genere, anzi, fin dalla copertina è chiaro che non ci troveremo davanti a guerre e sparatorie, quindi mi sento di spezzare una lancia a suo favore per l'onestà. Che cosa dovreste aspettarvi, quindi, da questa prima trilogia? Prendete la Mietitura di Hunger Games e chiamatela Selezione, una volta fatto questo non resta che trasformare i giochi nell'arena in un Reality Show seguito da tutta la popolazione. Lo scopo? Conquistare il cuore del principe Maxon. 35 ragazze, una competizione per diventare la nuova principessa di Illéa. Insomma, riponete torcia e armi e munitevi di comode pantofole pelose e di una coppa di gelato, è tutto ciò che vi servirà per affrontare la lettura.
Adesso però veniamo a noi, mi sarà piaciuta questa trilogia? Ve la consiglierei? La risposta a entrambe le domande è dipende. Da un sacco di cose. Penso sia possibile apprezzare The Selection solo ed esclusivamente se consapevoli di quello che è: una leggerissima storia d'amore scritta in maniera mediocre e sviluppata ancora peggio. Il tutto condito con una massiccia dose di trash. Se ne siete consapevoli e volete comunque togliervi lo sfizio, come ho fatto io, allora siete pronti per entrare nel mondo di Kiera Cass e a lasciarvi avvolgere da una nuvola di sfarzo, gioielli e abiti da sera. Ma se non è quello che cercate, allora lasciate perdere.
Che il trash regni sovrano ormai si è capito, ma voglio precisare che si tratta di un trash innocuo, di quello che se ti va bene ti fa fare quattro risate, se invece ti va male... be', alla peggio basterà relegare i volumi in un angolo buio della libreria e dimenticarsi della loro esistenza. Un trash sopportabile insomma, ben lontano da quello diseducativo e pieno di messaggi negativi trasmessi da tanti altri YA. Ma basta divagare, purtroppo è giunto il momento di stilare un elenco dei difetti di questa serie e di parlare dei singoli volumi andando un po' più nel dettaglio, naturalmente sempre senza spoiler. Siete seduti comodi? Avete i pop-corn?
La storia si apre con The Selection, che tra i tre è sicuramente il volume più carino. Facciamo subito la conoscenza di America Singer, la nostra protagonista sedicenne, e scopriamo che nel regno di Illéa la popolazione è divisa in sette caste. Agli Uno appartengono la famiglia reale e le figure religiose, scendendo troviamo celebrità e politici, poi scienziati e dottori, seguiti dagli artisti, fino ad arrivare alla casta dei Sette, la più povera. America è una Cinque, ed è una musicista. Conquistare il cuore del principe Maxon e diventare una Uno si direbbe l'opportunità di una vita, se non fosse che ci troviamo davanti a una delle adolescenti più infantili e superficiali della letteratura. Fastidiosa, ottusa e immatura, propinarcela come voce narrante è stato davvero crudele da parte dell'autrice, ma tant'è. Insieme all'odio per America è arrivata anche la consapevolezza che, in The Selection, niente viene approfondito. E quando dico niente intendo niente. Prima lo accettate meglio è. La trama è poco sviluppata, i personaggi sono totalmente privi di caratterizzazione o introspezione, così come tutto ciò che ruota intorno alla politica del regno e al famoso Reality Show, praticamente inesistente. Vengono citate delle telecamere di tanto in tanto, ma non si va mai oltre. Il palazzo reale, i luoghi e i personaggi stessi sono appena abbozzati, il che rende difficile al lettore farsi un'idea chiara del contesto, figuriamoci cercare di immaginarsi qualcosa tipo, chessò, le facce dei protagonisti o l'aspetto del palazzo. Lo stesso purtroppo accade con la trama, l'autrice apre parentesi e innesca situazioni di cui poi sembra semplicemente scordarsi. Risultato? Questioni irrisolte e discorsi mai conclusi. Se a questo punto della lettura non vi è ancora venuta una crisi di nervi e, come me, avete coraggiosamente deciso di andare avanti con la storia, la soluzione è una sola: smettere si farsi domande. The Selection è così, le cose succedono e basta. E noi possiamo solo farcelo andare bene.
A salvare la situazione, per quanto mi riguarda, c'è solo il protagonista maschile, il conteso principe Maxon. Intendiamoci, parliamo sempre di un personaggio poco approfondito, ma è grazie alla sua esistenza se sono arrivata in fondo alla trilogia. Al contrario di America, Maxon dimostra una maturità in linea con la sua età e sono rimasta piacevolmente sorpresa dal suo carattere dolce e timido. Fa quasi tenerezza vederlo alle prese con le responsabilità che gli gravano sulle spalle, dal canto mio avrei preferito seguire la storia dal suo punto di vista, sarebbe stato senz'altro più interessante. E qui arriviamo a The Elite, volume centrale della trilogia che, detto sinceramente, non ha senso di esistere. Nell'arco di 300 pagine avvengono solo due fatti relativamente utili ai fini della trama, ma sarebbe bastato inserire un paio di capitoli in più alla fine del primo romanzo, e ci saremmo risparmiati la noia di The Elite, in cui vediamo un'America sempre più infantile e fastidiosa a causa di... avete già indovinato vero? Ebbene sì, non poteva mancare il famigerato triangolo amoroso! Per renderlo possibile è stato necessario far entrare in scena Aspen, il ragazzo a cui America aveva dovuto dire addio per partecipare alla Selezione. Anche se la Cass ci lascia intendere che i due si amavano alla follia, dal mio punto di vista i due hanno zero feeling, il che ha reso questo triangolo ancora più fastidioso. 300 pagine passate a seguire i pensieri di America, degni al massimo di una dodicenne alla prima cotta. "Maxon non mi ha salutata, quindi amo Aspen. Aspen non ha ricambiato il mio sguardo, allora amo Maxon". Classiche dichiarazioni che dovrebbero restare chiuse a chiave nel diario di una ragazzina, non certo i sentimenti che dovrebbe provare una giovane donna in gara per ottenere il titolo di principessa, nonché futura regina, di un intero regno. Questo secondo volume è stato un'agonia, tolta l'indecisione della protagonista nei confronti di Maxon ed Aspen non rimane che un nulla cosmico. Nessun approfondimento sul Reality Show o sulla guerra che minaccia il paese. Solo capitoli su capitoli a guardare America staccare petali di margherita mormorando "m'ama, non m'ama". Metaforicamente, okay, ma l'agonia è stata lunga. Per fortuna peggio di così non poteva andare, e infatti con The One la situazione si è un po' risollevata e il volume è tornato a scorrere senza troppi problemi. Certo, tutte le questioni politiche vengono liquidate in poche righe - un po' come qualsiasi altra cosa in questa trilogia - ma sono riuscita a leggerlo senza che il mio cervello chiedesse pietà. I pochi colpi di scena sono concentrati nella parte finale, che ho trovato un po' scontata, ma a modo suo soddisfacente. Insomma, la storia di America si è conclusa come tutti ci aspettavamo. Si poteva fare di meglio, ma come ben sappiamo la Cass avrebbe potuto fare anche di molto peggio, quindi a posto così.
In conclusione, ci troviamo davanti ad una trilogia che non riesce a spiccare su nessun fronte. Lo stile di scrittura, la trama, i personaggi, tutto risulta banale. Qualitativamente parlando penso sia impossibile non bocciarlo, non è scritto bene, i protagonisti sono profondi come pozzanghere e la storia fa acqua da tutte le parti. Lo so, vi state chiedendo se ho anche qualcosa di positivo da dire a riguardo e, sorprendentemente, la risposta è sì. Il suo essere così leggera la rende, in linea di massima, una lettura veloce e scorrevole, perfetta se avete voglia di scollegare il cervello dalla realtà. Tanto, se c'è una cosa che durante la lettura non vi servirà, sono proprio i neuroni. Nonostante tutte le critiche non posso dire di averla odiata, in alcune parti la storia è riuscita a farmi ridere e, nel complesso, se cercate qualcosa di puro intrattenimento e amate le ambientazioni sfarzose del palazzo reale potreste anche trovarla piacevole. Ciò non toglie che, come si suol dire, il gusto è soggettivo, la qualità no. Non avrei mai potuto dargli la sufficienza, ma Kiera Cass ha lo straordinario potere di dar vita a storie leggere, che con un pizzico di trash e un po' di allegria hanno reso più spensierati i miei pomeriggi. Non me la sento di consigliarvene l'acquisto, ma neanche di sconsigliarvene la lettura. Credo dipenda tutto da cosa state cercando e dalla vostra predisposizione a chiudere un occhio di fronte ai suoi innumerevoli difetti. La leggerezza di questa love story da fiaba mi è piaciuta, con i suoi alti e bassi e le parti infantili è comunque riuscita a farmi fantasticare per qualche ora, ma sono sicuramente rimasta delusa da come è stata gestita la questione delle caste e dall'aspetto politico del regno, perché l'idea di base poteva essere davvero interessante, ma l'autrice ha deciso di restare molto vaga, concentrandosi invece sulla storia d'amore. Non la considero una pecca a priori, ma penso sia stato un peccato, ci troviamo in un futuro distopico non meglio precisato, con un sistema di 7 caste a dividere la popolazione, e il massimo a cui assistiamo è un gruppetto di ribelli che attacca il palazzo lanciando verdura marcia contro le mura. Insomma, su quel fronte mi aspettavo decisamente di più, ma visto il target a cui è rivolta (l'età consigliata è dai 13 anni in su) forse sono io che pretendevo troppo.
Metaforicamente parlando questa storia è paragonabile a una spolverata di glitter sulle miserabili vite di noi comuni mortali. Se ne poteva fare a meno? Ovviamente. Ma se indossare una corona tempestata di diamanti e conquistare il cuore di un principe può risollevare la giornata di qualcuno, chi sono io per dirgli che non ne vale la pena? Nessuno. E infatti ho tutta l'intenzione di leggere l'intera bibliografia della Cass, che ormai si è guadagnata il titolo di autrice trash del mio cuore. Non riesco a prendere sul serio ciò che scrive, ma allo stesso tempo non voglio rinunciare a farmi due risate. Questo è il trash che mi piace.
Se alla vostra vita serve un pizzico di leggerezza, datele una chance.
In caso contrario, lasciate i glitter a chi ne ha davvero bisogno.
La storia si apre con The Selection, che tra i tre è sicuramente il volume più carino. Facciamo subito la conoscenza di America Singer, la nostra protagonista sedicenne, e scopriamo che nel regno di Illéa la popolazione è divisa in sette caste. Agli Uno appartengono la famiglia reale e le figure religiose, scendendo troviamo celebrità e politici, poi scienziati e dottori, seguiti dagli artisti, fino ad arrivare alla casta dei Sette, la più povera. America è una Cinque, ed è una musicista. Conquistare il cuore del principe Maxon e diventare una Uno si direbbe l'opportunità di una vita, se non fosse che ci troviamo davanti a una delle adolescenti più infantili e superficiali della letteratura. Fastidiosa, ottusa e immatura, propinarcela come voce narrante è stato davvero crudele da parte dell'autrice, ma tant'è. Insieme all'odio per America è arrivata anche la consapevolezza che, in The Selection, niente viene approfondito. E quando dico niente intendo niente. Prima lo accettate meglio è. La trama è poco sviluppata, i personaggi sono totalmente privi di caratterizzazione o introspezione, così come tutto ciò che ruota intorno alla politica del regno e al famoso Reality Show, praticamente inesistente. Vengono citate delle telecamere di tanto in tanto, ma non si va mai oltre. Il palazzo reale, i luoghi e i personaggi stessi sono appena abbozzati, il che rende difficile al lettore farsi un'idea chiara del contesto, figuriamoci cercare di immaginarsi qualcosa tipo, chessò, le facce dei protagonisti o l'aspetto del palazzo. Lo stesso purtroppo accade con la trama, l'autrice apre parentesi e innesca situazioni di cui poi sembra semplicemente scordarsi. Risultato? Questioni irrisolte e discorsi mai conclusi. Se a questo punto della lettura non vi è ancora venuta una crisi di nervi e, come me, avete coraggiosamente deciso di andare avanti con la storia, la soluzione è una sola: smettere si farsi domande. The Selection è così, le cose succedono e basta. E noi possiamo solo farcelo andare bene.
All'inizio c'erano 35 ragazze. Ora ne sono rimaste 6. (The Elite)
A salvare la situazione, per quanto mi riguarda, c'è solo il protagonista maschile, il conteso principe Maxon. Intendiamoci, parliamo sempre di un personaggio poco approfondito, ma è grazie alla sua esistenza se sono arrivata in fondo alla trilogia. Al contrario di America, Maxon dimostra una maturità in linea con la sua età e sono rimasta piacevolmente sorpresa dal suo carattere dolce e timido. Fa quasi tenerezza vederlo alle prese con le responsabilità che gli gravano sulle spalle, dal canto mio avrei preferito seguire la storia dal suo punto di vista, sarebbe stato senz'altro più interessante. E qui arriviamo a The Elite, volume centrale della trilogia che, detto sinceramente, non ha senso di esistere. Nell'arco di 300 pagine avvengono solo due fatti relativamente utili ai fini della trama, ma sarebbe bastato inserire un paio di capitoli in più alla fine del primo romanzo, e ci saremmo risparmiati la noia di The Elite, in cui vediamo un'America sempre più infantile e fastidiosa a causa di... avete già indovinato vero? Ebbene sì, non poteva mancare il famigerato triangolo amoroso! Per renderlo possibile è stato necessario far entrare in scena Aspen, il ragazzo a cui America aveva dovuto dire addio per partecipare alla Selezione. Anche se la Cass ci lascia intendere che i due si amavano alla follia, dal mio punto di vista i due hanno zero feeling, il che ha reso questo triangolo ancora più fastidioso. 300 pagine passate a seguire i pensieri di America, degni al massimo di una dodicenne alla prima cotta. "Maxon non mi ha salutata, quindi amo Aspen. Aspen non ha ricambiato il mio sguardo, allora amo Maxon". Classiche dichiarazioni che dovrebbero restare chiuse a chiave nel diario di una ragazzina, non certo i sentimenti che dovrebbe provare una giovane donna in gara per ottenere il titolo di principessa, nonché futura regina, di un intero regno. Questo secondo volume è stato un'agonia, tolta l'indecisione della protagonista nei confronti di Maxon ed Aspen non rimane che un nulla cosmico. Nessun approfondimento sul Reality Show o sulla guerra che minaccia il paese. Solo capitoli su capitoli a guardare America staccare petali di margherita mormorando "m'ama, non m'ama". Metaforicamente, okay, ma l'agonia è stata lunga. Per fortuna peggio di così non poteva andare, e infatti con The One la situazione si è un po' risollevata e il volume è tornato a scorrere senza troppi problemi. Certo, tutte le questioni politiche vengono liquidate in poche righe - un po' come qualsiasi altra cosa in questa trilogia - ma sono riuscita a leggerlo senza che il mio cervello chiedesse pietà. I pochi colpi di scena sono concentrati nella parte finale, che ho trovato un po' scontata, ma a modo suo soddisfacente. Insomma, la storia di America si è conclusa come tutti ci aspettavamo. Si poteva fare di meglio, ma come ben sappiamo la Cass avrebbe potuto fare anche di molto peggio, quindi a posto così.
La finale è vicina, solo 1 ragazza può vincere. (The One)
In conclusione, ci troviamo davanti ad una trilogia che non riesce a spiccare su nessun fronte. Lo stile di scrittura, la trama, i personaggi, tutto risulta banale. Qualitativamente parlando penso sia impossibile non bocciarlo, non è scritto bene, i protagonisti sono profondi come pozzanghere e la storia fa acqua da tutte le parti. Lo so, vi state chiedendo se ho anche qualcosa di positivo da dire a riguardo e, sorprendentemente, la risposta è sì. Il suo essere così leggera la rende, in linea di massima, una lettura veloce e scorrevole, perfetta se avete voglia di scollegare il cervello dalla realtà. Tanto, se c'è una cosa che durante la lettura non vi servirà, sono proprio i neuroni. Nonostante tutte le critiche non posso dire di averla odiata, in alcune parti la storia è riuscita a farmi ridere e, nel complesso, se cercate qualcosa di puro intrattenimento e amate le ambientazioni sfarzose del palazzo reale potreste anche trovarla piacevole. Ciò non toglie che, come si suol dire, il gusto è soggettivo, la qualità no. Non avrei mai potuto dargli la sufficienza, ma Kiera Cass ha lo straordinario potere di dar vita a storie leggere, che con un pizzico di trash e un po' di allegria hanno reso più spensierati i miei pomeriggi. Non me la sento di consigliarvene l'acquisto, ma neanche di sconsigliarvene la lettura. Credo dipenda tutto da cosa state cercando e dalla vostra predisposizione a chiudere un occhio di fronte ai suoi innumerevoli difetti. La leggerezza di questa love story da fiaba mi è piaciuta, con i suoi alti e bassi e le parti infantili è comunque riuscita a farmi fantasticare per qualche ora, ma sono sicuramente rimasta delusa da come è stata gestita la questione delle caste e dall'aspetto politico del regno, perché l'idea di base poteva essere davvero interessante, ma l'autrice ha deciso di restare molto vaga, concentrandosi invece sulla storia d'amore. Non la considero una pecca a priori, ma penso sia stato un peccato, ci troviamo in un futuro distopico non meglio precisato, con un sistema di 7 caste a dividere la popolazione, e il massimo a cui assistiamo è un gruppetto di ribelli che attacca il palazzo lanciando verdura marcia contro le mura. Insomma, su quel fronte mi aspettavo decisamente di più, ma visto il target a cui è rivolta (l'età consigliata è dai 13 anni in su) forse sono io che pretendevo troppo.
Metaforicamente parlando questa storia è paragonabile a una spolverata di glitter sulle miserabili vite di noi comuni mortali. Se ne poteva fare a meno? Ovviamente. Ma se indossare una corona tempestata di diamanti e conquistare il cuore di un principe può risollevare la giornata di qualcuno, chi sono io per dirgli che non ne vale la pena? Nessuno. E infatti ho tutta l'intenzione di leggere l'intera bibliografia della Cass, che ormai si è guadagnata il titolo di autrice trash del mio cuore. Non riesco a prendere sul serio ciò che scrive, ma allo stesso tempo non voglio rinunciare a farmi due risate. Questo è il trash che mi piace.
Se alla vostra vita serve un pizzico di leggerezza, datele una chance.
In caso contrario, lasciate i glitter a chi ne ha davvero bisogno.
Io avevo letto solo il primo, bocciandolo.
RispondiEliminaMeno male che non sono andata oltre dato che lo ritieni essere il più carino dei tre. XD
Ciao Nym! Sì il primo è decisamente quello migliore purtroppo xD Non ti sei persa niente!
EliminaÈ stata la mia serie trash di qualche anno fa. Col terzo libro ho riso tantissimo, anche se non penso fosse l'intenzione della Cass XD
RispondiEliminaEh no, temo proprio che non fosse quella l'intenzione della Cass xD
EliminaIo non sono andata oltre il primo ed amo le storie d’amore! 🙈
RispondiEliminaChe disagio questa serie! xD
EliminaAhahahah ho adorato questa recensione! Ero molto curiosa di leggere questa serie...ma credo che desisterò! Io posso apprezzare il trash, adoro i triangoli amorosi e le serie distopiche (anche se ammetti che questa non lo è quasi per nulla) e un pizzico di glitter non mi farebbe male...Ma odio con tutta me stessa i buchi narrativi! Quindi no, credo proprio che non faccia al caso mio!
RispondiEliminaGuarda, in questo caso ci sono più buchi che trama xD Poi, se letta per fare due risate può anche starci eh. Ma se cerchi la sostanza punta ad altro AHAHAHA!
EliminaIo ho letto solo la prima trilogia. Concordo con te, la serie è trash, ma io l’ho trovata una lettura carina e scorrevole senza pretese. Non so se leggero la duologia successiva, credo di sì, ma il suo nuovo romanzo, Promised, è già il wish list. Evviva le letture trash.
RispondiEliminaCiao Sonia! Promised è già in wish list, prima o poi arriverò anche a quello xD
EliminaLe tue metafore per questa recensione sono stupende! Purtroppo la trilogia non lo è, l'ho letta un paio di anni fa, ma il semplice fatto che non mi è rimasto nessun ricordo conferma la sua mal riuscita ;)
RispondiEliminaDiciamo che, tra le tante pecche, c'è anche quella di non essere particolarmente incisiva!
EliminaEro molto indecisa se iniziare o meno questa lettura, la tua recensione è stata davvero utile, almeno mi sono fatta un idea di come iniziarla, credo che lo inizierò a breve senza troppe pretese, mi ha incuriosita parecchio😊
RispondiEliminaAspetto di sapere cosa ne pensi allora! :D
EliminaCiao Seli! Io ricordo che anni fa volevo iniziare a leggere questa serie, ma poi tra una cosa e l'altra non l'ho mai fatto! Ammetto che in realtà mi ispira ancora, in fondo in certi momenti letture super leggere possono far comodo! Ma vedremo dove ci porterà il futuro! 😂
RispondiEliminaCiao Sara! Sono assolutamente d'accordo, anche io ho voluto leggerla nonostante i tantissimi parere negativi. Se ispira o incuriosisce è giustissimo darla una chance :D
EliminaHahahha bella recensione!!! Io purtroppo mi sono arenata all'inizio del secondo volume....la protagonista mi stava troppo antipatica
RispondiEliminaCiao Carola! Il secondo è davvero il volume peggiore e inutile, che strazio leggerlo!
EliminaCiao Seli, dunque, già all'epoca in cui mi avvicinai a Hunger Games avevo un po' storto il naso per aver letto prima Battle Royale (da cui scaturisce l'ambientazione, la mietitura ecc.), di conseguenza penso che questa trilogia+duologia la salterò senza rimpianti!!!!
RispondiEliminaAnche a me da sempre un po' fastidio leggere opere che hanno preso spunto da altre fonti (mi è successo con la saga di Fallen e con Talon, tanto per citarne due) quindi approvo la tua scelta, non ti perdi niente xD
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