
Con mio grande dispiacere mi ritrovo a scrivere questa recensione un po' tardi, per i miei gusti.
Solitamente cerco di mettere nero su bianco le mie impressioni su un libro subito dopo averlo terminato, ma L'anello dei Faitoren è stato una delusione così grande che, dopo essere giunta faticosamente all'ultima pagina, ho sentito il bisogno di buttarmi immediatamente su altre letture nella speranza di dimenticare il prima possibile questo tremendo romanzo. Ebbene, ho dovuto mettere ben quattro libri tra me e questo scempio, ma finalmente sono pronta a lasciarvi il mio parere. Per prima cosa devo dire che, al contrario di tantissimi altri lettori, a me la copertina è piaciuta fin dal primo istante, anzi, è stato proprio questo tripudio di colori ad incuriosirmi.. certo, non regge il confronto con la cover originale, ma questa non è una novità.
Bisogna quindi tenere conto del fatto che, vista la bella copertina e la trama interessante, le mie aspettative erano piuttosto alte.. mai avrei pensato di bocciarlo e di odiarlo fino a questo punto!
Ho deciso di assegnargli 2 stelle quando l'ho finito, mentre ancora ribollivo di rabbia e non desiderano altro che dargli fuoco, ma a distanza di un po' di tempo sarei tentata di cambiare voto e dargli una sola, triste stella.
Non tanto per la bruttezza, ma perché oltre ad essere un romanzo tremendo non mi ha lasciato assolutamente niente.. è un libro che quasi quasi mi fa un po' di pena, davvero. C'era davvero bisogno di scriverlo?
Non fraintendetemi, ho parlato personalmente con amiche e blogger che lo hanno apprezzato e sono d'accordo sul fatto che ognuno ha i propri gusti, ma io non sono certo famosa per essere una lettrice che cerca di trovare qualcosa di buono in ogni romanzo. Non che mi piaccia stroncare i libri così, per hobby, ma in casi come questo non posso proprio farne a meno.
Uno dei miei primi pensieri mentre leggevo
L'anello dei Faitoren è stato "morirò di vecchiaia prima di finirlo".. e non scherzo!
Non fosse stato per la gratitudine verso la Giunti, che me ne ha gentilmente inviato una copia, non sarei mai andata oltre i primi capitoli. E anche durante la lettura, mentre a fatica mi trascinavo pagina per pagina, ho desiderato abbandonarlo con tutta me stessa. La lunghezza del romanzo, infatti, non facilita di certo il lettore ad appassionarsi alla storia, che risulta fredda e noiosa fin dai primi capitoli.
«Con un movimento fluido, Aruendiel scaraventò la ciotola sul pavimento. Nora trasalì quando si spaccò sulla pietra. Guardò il mago sbalordita. «Perché l'hai fatto?»
«Aggiustala» le ordinò lui con calma.
«Aggiustala?» balbettò. «Come?»
«Rendila perfetta com'era prima. Vuoi sapere cos'è la magia, cara Nora?
Ora hai l'opportunità di scoprirlo.»
Uno dei difetti maggiori del romanzo è che racconta una storia strana, onirica, che mi ha ricordato fin troppo
Alice nel paese delle meraviglie che, indovinate un po', io detesto. La protagonista è infatti assuefatta da vari incantesimi che per quasi un centinaio di pagine la portano a vivere una vita di balli, vestiti eleganti e feste sfarzose,
che oscillano tra sogni e allucinazioni e che risultano quindi confuse e prive di senso. Una sorta di 50 sfumature di fate strafatte, per intenderci.
Superati questi capitoli terrificanti in cui avrei voluto andare dall'autrice e chiederle che diavolo si fosse fumata prima di iniziare a scrivere questo libro, ho iniziato a sperare che finalmente la storia riacquistasse un briciolo di senso.. povera illusa!
Questo romanzo è un concentrato di scene assurde e ridicole, che spesso non hanno né capo né coda e, lasciatemelo dire, i personaggi e i discorsi fanno pena. La protagonista sarà pure stordita dagli incantesimi a inizio storia, ma anche nelle seguenti 600 pagine non scherza in fatto di stupidità.. i suoi ragionamenti non hanno il minimo senso, soprattutto per una donna di trent'anni, e i discorsi rasentano il ridicolo. D'accordo che è la prima volta (e mi auguro anche l'ultima) che l'autrice si cimenta con il Fantasy, ma dei discorsi tanto imbecilli non li leggevo da un sacco di tempo.
Vorrei spendere due parole sullo stile, ma non è che ci sia granché da dire: le parti inutili e le descrizioni prolisse sono state il colpo di grazia e hanno rovinato quel poco che di salvabile c'era in questo romanzo, e la narrazione rimane molto impersonale, come se l'autrice stessa non fosse coinvolta al momento della stesura. Il risultato? Diciamo solo che il seguito non lo leggerò neanche morta.. e sono poche le serie che decido di abbandonare.
Questo libro più che avermi deluso mi ha letteralmente messo al tappeto. Non mi è piaciuto niente, se non la copertina e, in generale, la veste grafica. Me lo sono trascinato per parecchio tempo e ho finito con l'odiarne anche solo la vita,
l'ho trovato vuoto e privo di passione, al limite della follia e scritto male o, per lo meno, le parti scritte bene risultano inutili ai fini della trama, mentre i discorsi e le scene importanti vengono buttate lì senza cura e senza logica. Seriamente, penso di aver tirato giù tutti i santi del calendario mentre lo leggevo.
Delusione tremenda anche sul finale. Stavo già esultando per essere riuscita ad arrivare sana e salva (e sveglia) all'ultima pagina e cosa mi tocca leggere? Un colpo di scena, per così dire, che mi ha fatto venire voglia di infilare le mani nelle pagine per strangolare quella stordita della protagonista. Soddisfazione zero, insomma.
Sconsigliato? A malincuore sì, mille e mille volte. A meno che non amiate le letture oniriche e siate fan di Carroll, in questo caso chissà, potreste anche apprezzarlo, ma per quel che mi riguarda non lo consiglierei al mio peggior nemico.
Fosse per me prenderei esempio da Re Stefano e, come ne
La bella addormentata nel bosco vengono dati alle fiamme tutti gli arcolai del regno, io trasformerei in cenere tutte le copie di questo libro. E se state pensando che nel mio petto batte il cuore di una strega Malefica, vi faccio notare che nonostante la bruttezza gli ho regalato ben 2 stelle.
Provate ora a dire che non sono magnanima, vi sfido.