Recensione "Green", di Kerstin Gier

Buongiorno Lettori, come state, avete iniziato bene questo 2018? Con il weekend alle porte e la Befana in arrivo penso proprio che trascorreremo un paio di giornate tranquille, ma c'è ancora un po' di tempo per lasciarvi la primissima recensione di quest'anno, dedicata all'ultimo volume di una delle trilogie Fantasy/YA più famose degli ultimi anni. Se la avete letta fatemi sapere cosa ne pensate!

Nel tempo insegue un mistero.

E difende l'amore per sempre. È la dodicesima viaggiatrice.

Titolo: Green
Autore: Kerstin Gier
Serie: Trilogia delle Gemme #3
Prezzo: 16,60€
Pagine: 428
Pubblicazione: 2012
Editore: Corbaccio

Trama: «Sono davvero contento di aver chiarito le cose. In ogni caso resteremo sempre buoni amici, giusto?» Quando un ragazzo dice così a una ragazza non è che la renda pazzamente felice. Se poi il ragazzo in questione è Gideon de Villiers, occhi verdi e capelli corvini, Gwendolyn Shepherd, la destinataria del messaggio, si sente precipitare decisamente negli abissi dell'infelicità. E sì, perché, nelle due settimane che le hanno sconvolto la vita, facendole quasi dimenticare di essere una normale studentessa di sedici anni di una normale scuola londinese, Gideon le era sembrato la sua unica ancora di salvezza. Solo da due settimane, infatti, Gwen ha scoperto di essere predestinata a viaggiare nel tempo per portare a termine una missione pericolosissima da cui dipende il destino dell'umanità intera. Una faccenda che, in realtà, non le interessa affatto, diversamente dalla cugina Charlotte, che era convinta di essere lei la predestinata e che era stata educata ad affrontare situazioni e persone di ogni tempo e ogni luogo. Solo per Gideon, il suo compagno di viaggi nel passato, Gwen ha trovato sopportabile l'essere sballottata da un secolo all'altro alla ricerca di un cronografo perduto, ma ora perché dovrebbe continuare a lasciarsi tiranneggiare dall'implacabile setta dei Guardiani? D'altra parte, è vero che a poco a poco sta scoprendo segreti insospettabili sulla propria famiglia che la riguardano molto da vicino. E poi, finché è sostenuta da amiche come Leslie e da piccoli gargoyle impiccioni e simpatici come Xemerius, la sua vita, oltre a essere piena di pericoli, può essere anche molto eccitante...

Non so se succede solo a me, ma riprendere in mano una serie dopo anni di pausa mi mette sempre un po' di ansia. Ogni volta temo di non ricordarmi le cose o che, visto il tempo passato, la storia non mi piaccia più come prima, ma con l'avvicinarsi della fine dell'anno ho voluto assolutamente portare a temine un obbiettivo che rimandavo da tantissimo: finire la Trilogia delle Gemme. E quindi ho preso il coraggio a due mani e mi ci sono tuffata. Dopo un momento di confusione dovuto appunto al fatto che non avevo un ricordo freschissimo di dove si fosse interrotto il volume precedente, nel corso di pochi capitoli lo stile leggero e ironico della Gier è riuscito a trasportarmi nuovamente nella storia di Gwen e Gideon. La lettura è proseguita in maniera davvero veloce e scorrevole, anche se come avevo previsto Green mi è piaciuto un po' meno di Blue. Era però da parecchio tempo che non leggevo un romanzo con così tanto gusto, ma soprattutto era da tantissimo che non mi ritagliavo dei momenti duranti la giornata per il semplice gusto di starmene un po' tranquilla a leggere, quindi credo di averlo iniziato al momento giusto, avevo proprio voglia di una storia divertente e leggera, con un pizzico di avventura e di romanticismo, e questo mi ha portato a divorare più di 400 pagine in pochi giorni. Scendendo più nel dettaglio, l'ho trovato un capitolo conclusivo un po' deludente, la storia è piuttosto scarna e povera di avvenimenti, come succede spesso ai volumi centrali delle trilogie. È davvero un peccato perché la tematica dei viaggi nel tempo mi aveva molto appassionata e mi aspettavo più azione, invece a conti fatti non succede quasi niente e, anche quando accade qualche evento degno di nota, ci pensano la stupidità della protagonista e l'antipatia di Gideon a rovinare il momento. Ebbene sì, come era già successo nei primi due volumi i personaggi non sono riusciti a conquistarmi a causa della troppa immaturità, il che mi riporta sempre a consigliare la trilogia ad un pubblico davvero molto giovane. Ci ho riflettuto per un po' dopo averlo terminato, ma onestamente non riesco a capire cosa ne penso: se da un lato l'ho trovato carino e divertente, dall'altro mi rendo conto che come finale è stato davvero troppo monotono, mi aspettavo molto di più, soprattutto dall'epilogo, davvero troppo sbrigativo. Gli eventi non sono lasciati in sospeso, ma qualche pagina in più sarebbe stata d'obbligo a mio parere, ci sono personaggi che vengono semplicemente dimenticati e rivelazioni sconcertanti liquidate con spiegazioni di due frase e mai più nominate. E parlo di rivelazioni belle grosse, mica piccolezze. Anche ripensando ai singoli eventi della trama non ho niente di particolare da dire, visto tutto quello che c'era in ballo avrebbe avuto le carte in regola per essere un capitolo conclusivo con i fuochi d'artificio, invece non succede quasi nulla e il tutto si conclude in maniera così veloce e banale da farti dire "tutto qui?", eppure... eppure qualche sorriso me l'ha strappato. Qualche ora piacevole l'ho passata, e di difetti particolari al di là di un po' di noia non ne ho trovati, quindi nella mia insoddisfazione posso dire di averlo apprezzato. Come sia possibile non lo so, deve essere merito di quella sensazione che si prova nel leggere il libro giusto al momento giusto. Io  comunque questa trilogia la consiglio. Se vi incuriosisce tenete solo a mente che la storia è destinata ad una fascia di età tra i 14 e i 16 anni, quindi non aspettatevi tragedie o grandi amori, è una storia avventurosa e comica, che qualche sorriso ve lo strapperà sicuramente.

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