Buongiorno Lettori, come state? Oggi sono davvero felice di potervi proporre una recensione tutta nuova, era da un sacco di tempo che non vi parlavo di più romanzi in una sola settimana! Come avrete capito il libro in questione è Proibito, di Tabitha Suzuma, di cui si era parlato moltissimo a causa del tema che affronta, ovvero l'incesto. Lettura non proprio leggera, quindi, che però ho apprezzato molto, anche se non è riuscito a convincermi del tutto. Curiosi? Iniziamo subito!
Come può una cosa tanto sbagliata renderti così felice?
Autore: Tabitha Suzuma
Prezzo: 16,00€
Pagine: 353
Pubblicazione: 2011
Editore: Mondadori
Valutazione
Trama: Lochan e Maya sono fratello e sorella. Lui ha 18 anni, è chiuso e solitario; lei ne ha 16, è sensibile e molto più matura di quello che la sua età richiederebbe. La loro ragione di vita, la loro preoccupazione più grande, è prendersi cura dei tre fratellini minori, allo sbando da quando il padre li ha lasciati e la madre si è abbandonata all'alcool. Sempre insieme, sempre vicini, sempre più complici. Un legame che rischia di trasformarsi in un dolce sentimento e una fatale attrazione.


Anni di dubbi e ripensamenti, ma alla fine ce l'ho fatta ad avvicinarmi a questo romanzo chiacchieratissimo, lodato e criticato, amato e odiato dai lettori e che da troppo tempo mi guardava dallo scaffale. Ad essere sincera a lettura terminata e dopo averci dormito sopra, ancora non so se mi è piaciuto oppure no, da una parte sento il bisogno di assegnargli un bel voto perché ho apprezzato tantissime cose e ne serberò un bel ricordo, dall'altra penso di non essere del tutto soddisfatta... che confusione! Una cosa è certa: prima butto fuori tutti questi pensieri prima posso fare un po' di ordine nella mia testa.
Proibito è senza dubbio una storia che merita una possibilità, anche solo per i numerosi temi che vengono affrontati dall'autrice, al di fuori dell'incesto, che è il più controverso. Lochan e Maya vivono in una famiglia che sta lentamente andando in pezzi, ignorati dalla madre alcolizzata e con tre fratelli piccoli e la casa a cui badare, nonostante la giovane età. Questa volta non posso proprio lamentarmi, in 350 pagine la Suzuma ha saputo dare il giusto peso ad ogni argomento, per quanto spinoso o delicato, un pregio che non posso ignorare. Non c'è niente di superficiale in queste pagine, compresi i personaggi, a cui mi sono subito affezionata. Mi sono trovata meno in sintonia con Maya, nonostante i capitoli sia suddivisi equamente tra il suo punto di vista e quello del fratello, ma Lochan ha qualcosa di speciale, trovo che l'autrice sia riuscita a dar voce alle sue paure in maniera tremendamente reale e dolorosa e loro, come coppia e come fratelli, lasciano un segno.
Spendo due parole sul tema dell'incesto perché so che molti lettori interessati alla storia provano un po' di timore ad avvicinarsi al romanzo, proprio a causa di questo contenuto ipoteticamente scandaloso, che però secondo me è trattato in maniera abbastanza soft da non traumatizzare nessuno, ecco. Le scene tra Lochan e Maya sono sempre piuttosto delicate, un po' di disagio al pensiero che sono imparentati c'è, ma niente di eccessivo e, anzi, questa storia permette di riflettere davvero molto sull'amore e sui pregiudizi... è davvero così sbagliato volersi bene, anche quando non si fa del male agli altri o a sé stessi?
Per sopravvivere, il corpo umano ha bisogno di un flusso continuo di cibo, di ossigeno e di amore. Senza di lei, perderei tutti e tre.
Distanti, inizieremmo lentamente a morire.
-Lochan-
Non voglio neanche pensare al nome di questa cosa.
Mi rifiuto di consentire che etichette affibbiate dal mondo
esterno rovinino il giorno più bello della mia vita.
-Maya-
Il libro mi è piaciuto fin dall'inizio, ho adorato lo stile della Suzuma e anche se la prima parte risulta un po' lenta la storia è riuscita a coinvolgermi molto e l'ho letto tutto d'un fiato soprattutto il finale. Credo di aver divorato le ultime 50 pagine a velocità record, che finisse bene o male non mi importava più, sentivo solo un disperato bisogno di scoprire cosa avrebbe riservato il destino a Lochan e Maya e, come potete immaginare, questa storia non ha molti finali possibili. Mi aspettavo il dramma nell'epilogo, ma non fino a questo punto, però sono rimasta soddisfatta e questo è l'importante.
A frenarmi dal dare il massimo dei voti sono state però le emozioni che questo romanzo avrebbe potuto regalarmi, e che invece non ho provato. Ho colto il dolore, il senso di colpa e la paura dei personaggi, ci sono state scene in cui ho sperato e altre in cui mi sono sentita triste, ma non sono arrivata a commuovermi, anche se di occasioni ci sarebbero state. Bello sì, toccante anche, ma mi aspettavo di uscirne devastata, in lacrime e con il cuore a pezzi, invece per quanto meritevole e intenso sia, ho sentito la mancanza di quel qualcosa che mi avrebbe permesso di amarlo.
Sono davvero felicissima di averlo letto, credo sia un romanzo impossibile da consigliare o sconsigliare, va affrontato personalmente per capire se sarà in grado di conquistarvi o se vi lascerà indifferenti. Io non mi sbilancio, mi è piaciuto molto, ma senza spezzarmi il cuore e anche se è un tipo di storia capace di lasciare il segno, adesso che ho metabolizzato il tutto credo che riuscirò a lasciarlo andare senza troppe difficoltà. Speciale e importante, ma non indimenticabile.
Spero che il mio parere non sembri negativo, perché la lettura è stata davvero interessante, ricca di spunti di riflessione e insegnamenti, ma non è semplice parlarne, e soprattutto è impossibile limitarsi a dire che sia bello o brutto, è una storia dalle mille sfaccettature, moralmente complesso, un romanzo di formazione particolare che merita, anche solo per il coraggio avuto dall'autrice nel trattare temi così spinosi e scomodi, ma che va capito e affrontato con mentalità aperta.
Genere: Young Adult / Drammatico
Sito ufficiale dell'autrice: Tabitha Suzuma
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