lunedì 30 maggio 2016

Recensione "Lo scafandro e la farfalla"

Buongiorno Lettori, come state? Oggi avrei voluto recensirvi il secondo volume della serie di Firebird, ma sono rimasta tremendamente indietro con la lettura, quindi eccomi qui a parlarvi di un romanzo piuttosto breve, che da tanto tempo aspettava sul mio comodino. Il tema affrontato è davvero toccante e sono felice di averlo letto, mi piacerebbe vedere anche il film che ne è stato tratto, per completare il tutto. Se lo conoscete fatemi sapere cosa ne pensate!

Quando rimangono solo le parole, nessuna parola è di troppo.

Titolo: Lo scafandro e la farfalla
Autore: Jean-Dominique Bauby
Prezzo: 11,00€
Pagine: 128
Pubblicazione: 1997
Editore: Ponte alle Grazie
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Trama: L'8 dicembre 1995 un ictus getta Jean-Dominique Bauby in coma profondo. Quando ne esce, tutte le sue funzioni motorie sono deteriorate. Colpito da quella che la medicina chiama locked-in syndrome, e che lascia perfettamente lucidi ma prigionieri del proprio corpo inerte, Bauby non può più muoversi, mangiare, parlare o anche semplicemente respirare senza aiuto. In quel corpo rigido e incontrollabile come lo scafandro di un palombaro, solo un occhio si muove. Quell'occhio, il sinistro, è il suo legame con il mondo, con gli altri, con la vita. Sbattendo una volta le palpebre del suo occhio Bauby dice di sì, due volte significano un no. Sempre con un battito di ciglia, ferma un interlocutore su una lettera dell'alfabeto che gli viene recitato secondo l'ordine di frequenza della lingua francese: "E, S; A, R, I, N, T...". E, lettera dopo lettera, Bauby detta parole, frasi, pagine intere... Con il suo occhio Bauby scrive questo libro: per settimane intere, ogni mattina prima dell'alba, pensa e memorizza un capitolo che più tardi detta a una redattrice del suo editore. Così, da dietro l'oblò del suo scafandro, invia le cartoline di un mondo che si può solo immaginare, dove vola leggera la farfalla del suo spirito.


Sono assolutamente convinta che alcuni libri vadano letti al momento giusto, a costo di aspettare mesi, se non anni. Lo scafandro e la farfalla mi guardava dallo scaffale da tantissimo tempo, e nonostante sia piuttosto corto e mi incuriosisse molto, non avevo mai trovato la giusta occasione per iniziarlo. La scelta è stata piuttosto casuale in effetti, non avevo in programma di leggerlo, ma per me la lettura funge anche da terapia e, quando mi trovo ad affrontare momenti e situazioni difficili, inconsciamente mi avvicino a romanzi che trattano lo stesso tema, e così ho fatto anche questa volta. Accompagnare un famigliare nel lungo percorso della riabilitazione non è semplice, e leggere questa breve testimonianza mi ha aiutato a concretizzare alcuni pensieri e a capire meglio cosa può passare per la testa a chi ha vissuto l'ictus in prima persona.

L'automobile di Vincent di ferma al parcheggio dell'ospedale. È qui che i visitatori hanno bisogno di un po' di coraggio per superare gli ultimi metri che mi separano dal mondo. A certi manca il respiro. Devono prima perdersi un po' per arrivare da me con la voce più ferma e gli occhi meno lucidi. Quando finalmente si lanciano sembrano subacquei in apnea.

Letture come questa sono difficili da giudicare, se da un lato vorrei analizzare il testo, dall'altro penso che le testimonianze vadano prese così come sono, perché nella maggior parte dei casi mettere le emozioni nero su bianco è liberatorio e terapeutico per chi scrive e racconta, più che per chi legge. Il libro mi è piaciuto, il numero di pagine fa sì che lo si possa leggere senza problemi in poche ore e, visto il tema toccante, il risultato è un testo piacevole e interessante. L'autore ha saputo parlare della sua condizione in maniera molto ironica e, pur essendo palpabile la tristezza della sua storia, il romanzo è leggero e scorrevole.
Mi aspettavo una lettura emotivamente forte, invece sono rimasta sorpresa dalla semplicità di queste poche pagine, in cui si alternano riflessioni profonde e capitoli più vaghi, ma non sono comunque rimasta delusa. Non è stato il romanzo d'impatto che immaginavo, ma poter entrare nella testa di chi si trova intrappolato nel proprio corpo ti da la possibilità di guardare il mondo con altri occhi, credo che di tanto in tanto a tutti faccia bene ridimensionare i propri pensieri, le preoccupazioni e le priorità. Prendere coscienza di ciò che è davvero importante nella nostra vita è il primo passo verso la crescita personale, e questi libri possono regalare molto, se si fa tesoro di ciò che vogliono dirci.

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Genere: Biografia / disabilità / memorie
Opere derivate: Lo scafandro e la farfalla (Film 2007)
Se questo libro ti è piaciuto leggi: Faccia un bel respiro, di Laura Grimaldi

7 commenti:

  1. Ho visto il film, più di qualche anno fa: impegnativo, ma molto bello. :)

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  2. Anche io ho visto il film, e devo dire che mi ha fatto molto effetto... però ci ho visto tanta speranza e leggerezza, che ho ritrovato molto nella tua recensione!

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    1. Ciao Lara! Diciamo che nella sua drammaticità è comunque un romanzo ironico e leggero, il che non guasta vista la pesantezza dell'argomento :) non vedo l'ora di recuperare il film, spero sia altrettanto carino!

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  3. Ciao Seli!
    Immagino quanto questo libro ti abbia toccata in realtà, solo a leggere la tua recensione mi ha dato un'idea.
    L'ho aggiunto alla mia lista dei desideri e spero di poterlo avere presto.
    Un abbraccio.

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    1. Ciao Cry! Se lo leggi fammi sapere cosa ne pensi, mi raccomando :)

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    2. Lo farò volentieri non appena riesco a metterci le mani sopra :-)

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