Come state, Fantasmi? Spero che siate di buonumore perché la recensione di oggi sarà piuttosto negativa e lunga.. voglio parlarvi di Smarrita, un romanzo molto breve, ma che ho trovato incredibilmente vuoto e privo di sentimento.
"Lo amo, è vero, ma è uno di quegli amori malati che non lasciano niente.
Prendono e basta. E prendendo distruggono."
Prendono e basta. E prendendo distruggono."
Autore: Federica Orsida
Prezzo: 15,90 €
Pagine: 144
Pagine: 144
Uscita: 2014
Editore: David and Matthaus
Valutazione
Trama: Sophie è una ragazza come tante altre, studia all'università, vive con tre amiche e ha una vita pressoché normale. Dopo due profonde delusioni amorose, si chiude in se stessa, ma durante un viaggio incontra Damon, un ragazzo dal fascino misterioso, che subito la conquista. Sophie si ritrova catapultata nel mondo di Damon e ne diventa dipendente, anche se lui va e viene dalla sua vita a piacimento. Un circolo vizioso che conduce Sophie verso un baratro senza fine, un’ossessione che cambierà per sempre la sua esistenza e i rapporti con gli altri.
Piccola premessa, prima di lasciarvi la mia opinione vera e propria: di solito non è che vado a caccia di libri brutti tanto per fare. Certo, quando leggi così tanti libri in un anno incappare in qualche ciofeca è inevitabile, ma normalmente ho un buon istinto e mi tengo alla larga da quelle che so quasi con certezza essere delle brutte letture. In questo caso però me la sono andata a cercare.
Il libro mi è stato infatti prestato da un'amica a cui non è piaciuto per niente ma io, incuriosita dalla copertina e dalla trama, non ho voluto darle retta e mi sono trovata fra le mani questo pessimo romanzo. Non scenderò troppo nei dettagli perché è uno di quei libri che meriterebbe di essere analizzato pezzo per pezzo e non si può fare, spero comunque di riuscire a darvi un'idea di cosa mi ha lasciato.
Smarrita mi ha lasciata perplessa fin dalla prefazione. L'introduzione e il prologo non hanno fatto che confermare la sensazione di trovarmi davanti ad un brutto libro e, quando finalmente sono arrivata al primo capitolo, ho capito che non avrei mai potuto dargli la sufficienza. Parte male, questo romanzo, e di pagina in pagina non fa che peggiorare.
Tanto per cominciare la parte iniziale del libro è scritta quasi come un tema scolastico, con tanto di presentazione della protagonista e relative disavventure e delusioni amorose raccontate in modo piuttosto scialbo e noioso, con verbi a volte al presente e a volte al passato ed errori grammaticali che non aiutano di certo ad apprezzare questo lavoro già discutibile. Lavoro che, per altro, è il quinto pubblicato da quest'autrice italiana. Ammetto che con ben quattro pubblicazioni alle spalle mi aspettavo un testo più curato, scorrevole e sensato, Smarrita invece è più simile all'opera d'esordio di una ragazza giovanissima a cui è stato fatto un pessimo editing.
Come se non bastasse allo stile infantile si aggiunge una storia al limite dell'assurdo, con personaggi e discorsi che non stanno né in cielo né in terra e uno sviluppo della trama quasi ridicolo. La protagonista, Sophie, dopo un paio di banalissime delusioni d'amore, decide di non lasciare più avvicinare nessuno per paura di soffrire ancora, e per qualche anno si chiude in sé stessa, pur essendo circondata da amiche bellissime, felici e super fidanzate. Sophie è una ragazza ferita, ma che fa delle sue delusioni un dramma colossale che io stento davvero a comprendere. È pur vero che quando veniamo feriti ognuno reagisce a modo suo, ma io questa ragazza depressa e melodrammatica che si contraddice ogni due pagine proprio non l'ho capita e, se l'intento dell'autrice era quello di far provare al lettore un po' di compassione per lei, ha fatto un pessimo lavoro, perché Sophie risulta solo fastidiosa e stupida. È una vittimista patologica e vive con la convinzione che tutto il mondo ce l'abbia con lei quando invece, a conti fatti, ciò che le è successo da ragazza non è sicuramente piacevole ma non è nemmeno poi così tremendo.
Ovviamente tutto cambia quando, durante una vacanza a Roma, il misterioso Damon fa la sua entrata in scena e la abborda nei modi più squallidi e con le peggio frasi da cattivo ragazzo che me l'hanno fatto odiare dal primo istante ma che su Sophie sembrano fare effetto, visto che la nostra eroina si getterà tra le sue braccia (e le sue lenzuola) senza tanti complimenti. Eh sì, proprio lei che per anni aveva mantenuto le distanze dall'amore, all'improvviso si fa abbindolare dal primo idiota che passa. Damon dal canto suo è un personaggio assurdo e inverosimile che prima la bacia, poi sparisce per mesi e infine ricompare misteriosamente davanti alla sua facoltà (che sta in un'altra città.. ecco a voi un altro stalker) e con un romantico pic-nic riesce a portarsi a letto la nostra protagonista che, di fatto, di resistenza non ne oppone proprio. Sorvoliamo sul fatto che questi due in pratica non si conoscono, che è meglio.
Inizia così una storia travagliata e malata, un amore possessivo e freddo che si limita a rovinare la vita e che di emozionante non ha niente. Sophie si rivela una ragazza ingenua, per voler essere gentili, che viene portata sulla cattiva strada e vede la sua vita scivolarle dalle mani, ma che dalla sofferenza non trae alcun insegnamento.. e Damon, be', resta un manipolatore di dubbia sanità mentale.
Questa recensione si sta trasformando in uno sfogo, lo so, ma davanti a simili letture ho davvero bisogno di esternare tutta la mia perplessità perché davvero faccio fatica a credere che storie del genere possano appassionare qualcuno, io l'ho trovata solo brutta, scritta male e campata per aria.
È un romanzo che cerca di trattare argomenti importanti come la fiducia, la felicità e il rispetto verso sé stessi e questo fa onore all'autrice, ma il risultato è così deprimente e dispersivo che trarne qualche insegnamento è impossibile.
Posso spezzare una lancia a favore del finale, che aveva un buon potenziale e che a modo suo ho apprezzato, se non altro perché, al contrario di letture simili fatte negli ultimi tempi (Uno splendido disastro, Lo strano caso dell'apprendista libraia..) in questa storia la protagonista riuscirà a reagire, ma il tutto è talmente scadente che a fine lettura mi è rimasta solo tanta amarezza. La storia dice poco, i personaggi sono pessimi sotto tutti i punti di vista e la narrazione è tremenda.. assolutamente bocciato.
Mi rendo conto di essere stata un po' criptica in questa recensione, il problema è che si tratta di un libro che, per essere stroncato come si deve, andrebbe smontato pezzo per pezzo, riga per riga.. e, non potendovelo riportare passo per passo, ho preferito non scendere nel dettaglio. Spero comunque che da questo mio pseudo pensiero, un po' confuso, si capisca ciò che il libro (non) mi ha lasciato.
Un altro libro disastroso in pratica. Queste protagoniste così deboli, sinceramente, mi preoccupano. Io preferisco le protagoniste indipendenti e con le proprie idee, forse è perché mi considero piuttosto indipendente, ma forse i lettori vogliono donne sottomesse , senza cervello, incapaci di prendere una decisione. Boh! Non so cosa pensare.
RispondiEliminaSì, disastro è dire poco -.-" poi magari l'intento dell'autrice era comunque quello di dispensare qualche consiglio eh, ma se così fosse non ci è proprio riuscita..
EliminaSorvoliamo anche sulla scelta del nome del protagonista maschile che più banale non si può.
RispondiEliminaAhahaha è vero, negli ultimi tempi tutti i libri sono pieni di Damon O___O
EliminaPenso proprio che non lo leggerò.
RispondiEliminaIo lo sconsiglio davvero.. se l'argomento interessa ci sono libri decisamente migliori per cui vale la pena di spendere soldi..
EliminaWow Rowan, ti se sfogata per bene XD Dalla trama il libro mi sembra abbastanza banale, e dopo la tua recensione credo che se mai dovessi leggerlo, sarà solo per divertirmi a scrivere una recensione negativa ( ho questo difetto, lo ammetto, a volte le recensioni negative mi divertono, posso sfogari quanto voglio u.u)
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