venerdì 9 gennaio 2015

Recensione: "Un bacio dall'altra parte del mare"

Buongiorno Fantasmi! La settimana è quasi giunta al termine ed è arrivato il momento di parlarvi di questo libro, che avrei dovuto recensirvi già martedì ma che, a causa emicrania, è slittato ad oggi. Una lettura che non mi ha soddisfatta come speravo, ma che mi ha regalato qualche sorriso.

Caterina viene dal Sud, Yassine da molto più lontano.
Bologna li farà innamorare perdutamente.

Titolo: Un bacio dall'altra parte del mare
Autore: Simona Toma
Prezzo: 12,00 €
Pagine: 208
Pubblicazione: Ottobre 2014
Editore: Giunti


Valutazione
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Trama: Una festa clandestina sui meravigliosi colli bolognesi, le sirene della polizia che si avvicinano sempre di più, un ragazzo e una ragazza che fuggono nella notte a cavallo di una bici: non era certo questa la vita che i genitori di Caterina sognavano per la figlia mandandola all’università di Bologna. Impacciata, buffa ma irrimediabilmente romantica, Caterina ha le idee confuse sul futuro e tanta voglia di fuggire dalla cittadina del Sud in cui è cresciuta. Anche se il prezzo da pagare è diventare avvocato come suo padre. Così si lancia alla scoperta della vita metropolitana insieme all’inseparabile amico Ettore, dichiaratamente gay, irriverente e un po’ filosofo, ritrovandosi in un caotico appartamento affollato di studenti più confusi di lei: la “dea dell’amore”, il graffitaro su commissione, l’irriducibile secchiona. La città universitaria più eccitante d’Italia la stupisce e la travolge, per la prima volta finalmente libera. Ma proprio nel momento più improbabile, Caterina si innamora. Un colpo di fulmine. Un amore improvviso, complicato e immenso. Un amore che sa di spezie e ha le labbra morbide di Yassine, un bellissimo ragazzo che, rincorrendo la speranza, dal Maghreb è arrivato fino a qui…


Mi viene davvero difficile parlare di questo breve romanzo, perché in parte mi è piaciuto e in parte no.. la cosa certa è che l'ho letto durante un periodo stressante, ovvero sotto le feste di Natale, che con le cene e le visite dei parenti non è sicuramente il momento adatto a godersi una bella lettura.. insomma, è stato un po' sfortunato questo libro, ma a suo modo ho comunque apprezzato diverse cose.
La storia di Caterina ci porta tra le strade di Bologna, dove insieme al suo migliore amico Ettore assaggerà per la prima volta la libertà e l'indipendenza. Ciò che infatti mi è piaciuto è stata proprio la crescita che la protagonista subisce nel corso della storia. Il libro affronta in modo divertente e frizzante il periodo dei cambiamenti e del distacco dai genitori e dalla propria casa, una separazione che prima o poi tutti affrontiamo, chi per amore, chi per lo studio o per inseguire un sogno. Ed è proprio per studiare che Caterina si trasferisce a Bologna, disposta a seguire il corso di Giurisprudenza e a diventare avvocato, per accontentare il padre.
Fino a che non si innamora di Yassine, e tutto cambia.
L'incontro con il ragazzino marocchino le farà scoprire le vere gioie della vita e Caterina capirà, a poco a poco, che diventare grandi non vuol dire seguire la strada che qualcuno ha scelto per te, bensì decidere con la propria testa quale cammino seguire.
Una storia fatta di cambiamenti, quindi, di crescita e di scoperte, che affronta temi delicati come il rapporto con i genitori, l'omosessualità e il razzismo. Storia che però, nonostante gli elementi buoni, la scrittura piacevole e i personaggi sempre buffi e originali, non mi ha coinvolta più di tanto.
Alcune parti le ho trovate poco approfondite, altre troppo veloci. Il rapporto tra Caterina e Yassine sboccia quasi da una pagina all'altra e si evolve in un battito di ciglia, decisamente troppo frettolosa per soddisfare la lettrice romantica che, sotto sotto, c'è in me.
Ma a farmi storcere il naso è stato il finale, che proprio non sono riuscita a mandare giù. Se c'è una cosa che detesto, quando giro l'ultima pagina di un libro, è ritrovarmi a pensare "e quindi, finisce così? Ma perché, che roba è? È uno scherzo?"
Non fraintendetemi, non sono una fan accanita dei lieto fine in stile Disney, il problema è proprio che, in questo romanzo, un finale quasi non c'è. La storia viene semplicemente troncata in un punto qualsiasi, interrotta bruscamente a metà scena, quasi, e puff, finito. A me queste cose non piacciono, punto e basta. È una cosa puramente personale, infatti vi ricordo, come al solito, di prendere il mio parere con le pinze: se non l'ho apprezzato io non è detto che non possa piacere a voi.. ma a me di leggere 240 pagine e di non sapere neanche come finisce la storia, proprio non va.. che devo fare, mi invento io il finale? Suvvia. Troppe cose lasciate in sospeso, per potermi entrare nel cuore.
Non posso sconsigliarlo, perché mi ha regalato comunque una lettura leggera e scorrevole, ma non posso nemmeno dire di averlo apprezzato a pieno.


I consigli dell'Antro:
Cibo/bevanda: focaccia
Da leggere: durante un viaggio in treno
Voglia di: amore e scelte

9 commenti:

  1. La scelta di scrivere un romanzo a finale aperto è molto rischiosa secondo me: bisogna essere davvero degli abili narratori e soprattutto esso per primo deve essere parte integrante nella storia, deve arricchirla, deve essere utilizzato perché ha un senso e dà un senso a ciò che è scritto prima. Altrimenti, sono d'accordo con te, fa solo innervosire.

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    1. Come ho già detto, anche in questo particolare caso è questione di gusti. Ad altre blogger il finale è piaciuto e non ho niente da criticare.. io purtroppo più che un colpo di scena l'ho trovato incompleto e basta :(

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  2. Lo sto leggendo in questo momento è per adesso mi piace. Neanche io amo i finali aperti sopratutto se sono anche senza ne capo ne coda.... vedremo a fine lettura ^^

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    1. Quando lo recensirai avvisami, che passerò volentieri a sbirciare ^^

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    2. L'ho abbandonato miseramente mi aveva annoiato talmente tanto che leggere una pagina era una tortura XD

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    3. Ahaha perfetto xD però mi sarebbe piaciuto sapere cosa ne pensavi del finale, mannaggia xD

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    4. Ahaha perfetto xD però mi sarebbe piaciuto sapere cosa ne pensavi del finale, mannaggia xD

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  3. Bho, più lo vedo, più la cover mi fa pensare a 'Tutto il cielo possibile' e questo mi da fastidio :/

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    1. Ah, sì, me lo avevi già detto vero? Purtroppo c'è da dire che la cover non la decide l'autore, quindi la colpa va alla CE (anche se comunque l'immagine non è la stessa, quindi poteva andare peggio!).. comunque questa cover, così come il titolo, ha un suo perché e l'ho trovata molto adatta al romanzo ^^

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