giovedì 29 novembre 2012

Quattro chiacchiere con Anita Book


Fantasmi miei, sapete chi ho avuto l'onore di ospitare nel mio Antro? La dolcissima Anita Book, proprio lei!
Curiosi di leggere l'intervista? Non perdiamo tempo allora ^^

1) Ciao Anita, benvenuta nell'Antro Oscuro del mio blog. Ti offro tè e biscotti alla zucca, in cambio di una presentazione: blogger, scrittrice, recensionista… chi è di preciso Anita Book?
Ciao Seli, grazie a te per avermi voluta come tua ospite. È un onore potermi accomodare nel tuo salotto magico. Oh, i biscotti alla zucca! Che delizia, ne prendo subito uno. La tua domanda iniziale è bella tosta devo dire, soprattutto in questo periodo assai “indaffarato” per me in cui non ho tempo per organizzare le giornate e finisce che mi dimentico persino chi sono. Anita Book è una ragazza semplice, che ama leggere e scrivere, che lotta per il proprio futuro e che non si stanca di distribuire un po’ di ottimismo alla gente, ecco. E tuttavia con i suoi limiti e le sue debolezze, che la vengono a trovare di tanto in tanto e le danno qualche gatta da pelare. Poi, vabbè, parlando di aspetti più frivoli sono una ghiottona — non so resistere davanti a un buon dolce e mi diverte prepararli —, colleziono Barbie e fatine e ho un angolino pieno di oggetti magici, filtri e incantesimi.

2) Com'è il tuo rapporto con la lettura e con la scrittura? Quanto tempo dedichi alle due cose?
Lettura e scrittura, amore travagliato. Ahahah! Scherzo, scherzo. In realtà sono due attività legate indisso-lubilmente, che si cercano e che non potrebbero esistere l’una senza l’altra. Non avrei mai potuto maturare una profonda e prorompente devozione per la scrittura se non avessi amato in maniera viscerale la lettura. Ora sono diventate entrambe un’esigenza. Come dormire o mangiare, insomma. Se non leggo anche un solo rigo e se non scrivo anche una sola parola, avverto un disagio fisico, una fastidiosa sensazione di smarrimento e inadeguatezza. Lo confesso: vorrei avere il privilegio di vivere una seconda giornata di ventiquatt’ore subito dopo la mezzanotte, mentre il mondo dorme e il tempo reale si arresta di colpo, così potrei dedicarmici con totale tranquillità e la giusta serenità d’animo; tuttavia sarebbe come chiedere al sole di brillare anche di notte, insieme alla luna: un desiderio impossibile. Scatenerebbe l’ira degli dèi e un sacco di spaventosissime catastrofi naturali (ride). Perciò, accontentiamoci e facciamoci bastare i minuti che abbiamo a disposizione.

3) Quanto sei cambiata dall'uscita di Tutta colpa del prof.? Ti senti maturata come scrittrice?
Tantissimo. Percepisco un’evoluzione nel mio modo di approcciarmi alla scrittura, meno superficiale e uto-pistico e molto più concreto, serio e impegnato. E trovo indispensabile una crescita di questo tipo, sotto tanti punti di vista. Personali e professionali, per esempio. Scrivere non è un processo statico, confinato entro rigidi schemi di stile e forma, bensì mutevole, progressivo, ascendente, poliedrico e curioso di sperimentare. Lo scrittore è come uno scienzato pazzo, rintanato nel suo laboratorio super segreto a mescolare ingredienti e provare nuove formule per inventare qualche potente stregoneria. Bisogna saper conservare una certa accortezza, sì, ma senza rischio e divertimento la scrittura perderebbe un bel po’ del suo colore. D’altronde, chi non è mai stato tentato dalla Foresta Proibita?

4) Ti va di raccontarci il percorso che hai fatto per vedere il tuo romanzo pubblicato?
Sì, con piacere. Intanto, però, concedimi un secondo biscottino. Sono troppo, troppo buoni, mia cara! Dunque, Tutta Colpa del Prof ha visto la luce nel freddo e lontano inverno del 2010. La protagonista venne a trovarmi un pomeriggio in cui me ne stavo distesa sul letto a rimuginare su un sacco di cose — ero nel bel mezzo di un momento da nostalgia-interiore-dubbi-esistenziali — e, voilà, all’improvviso me la vedo comparire davanti agli occhi con il suo visetto da finto angioletto e l’aria strafottente. Mi prende un colpo, ma anziché rimproverarla — ho sempre avuto a che fare con personaggi cortesi ed educati, insomma — decisi di essere indulgente e di lasciarla parlare. Lo ammetto: la sua storia aveva un che di intrigante che mi conquistò all’istante, ma mi trattenni dal manifestare qualsiasi tipo di emozione — un po’ se lo meritava in fondo, le valeva da lezione — e rimasi su toni vaghi e contenuti. Iniziai a pubblicare i capitoli su EFP, il por-tale italiano di fanfictions e originali, e mano mano che andavo avanti mi rendevo conto di quanto oramai mi avesse trascinato dentro e di come i lettori fossero entusiasti. Finii di scriverla e, dietro incoraggimento di un mio zio a me assai legato, spedii il manoscritto al Gruppo Albatros (all’epoca passava spesso in televi-sione lo spot pubblicitario firmato dalla casa editrice). Nel giro di pochi mesi ricevetti il contratto con la proposta di pubblicazione.

5) Sul tuo blog possiamo leggere che: "Da gennaio 2012 è rappresentata dalla TZLA: Trentin & Zantedeschi Literary Agency. ", vuoi spiegarci di cosa si tratta?
Sì. Diciamo che il 2012 mi ha riservato parecchie sorprese inaspettate e la proposta di rappresentanza da parte della giovane ma assai rinomata TZLA è stata la più grande. Ricordo tutto del giorno in cui ricevetti la telefonata, ogni dettaglio ed emozione. Il cuore mi batteva a mille, non mi sembrava possibile che stesse succedendo proprio a me. La Trentin & Zantedeschi Literary Agency è un’agenzia letteraria che rappresenta autori italiani e internazionali, sia in Italia che all’estero. Il loro è un modo di lavorare serio, onesto, carismatico, costruttivo e altamente professionale, mirato insomma a supportare l’autore e a tirare fuori tutto quanto il suo potenziale attraverso un duro ma appagante “allenamento”. Questo significa che da gennaio ho lavorato ad un nuovo romanzo e che, se ogni cosa andrà bene, presto avrete news. Mi sento fortunata a poter contare su una figura esperta, ardimentosa come me, pronta a preparare il terreno più fertile per il mio sogno, capace di mettermi costantemente alla prova per far maturare il mio stile, paziente e comprensiva come Rossano Trentin, uno dei fondatori dell’agenzia.

6) Qual è il libro che avrà sempre un posto speciale nel tuo cuore?
Non c’è dubbio: la saga di Harry Potter. J.K. Rowling è una delle mie guide, insieme a Stephen King.

7) Che effetto fa sapere che il tuo libro è nelle mani di lettori e blogger? È più forte la paura delle critiche o la gioia dei pareri positivi?
Ciò che mi rende una scrittrice felice è sapere che le mie storie sono riuscite a toccare le corde più sensibili dell’animo dei lettori. Che sono riuscite a regalare sogni e sorrisi, istanti di evasione e felicità. Delle critiche ho bisogno per capire cosa correggere e come crescere ancora, perché nella vita non si è mai “arrivati” ma in perenne salita, fino a quando non si diventa anziani e si arriva al traguardo finale. Perciò c’è sempre, sempre tanto da imparare.

8) Cosa consigli a chi ha un romanzo nel cassetto, o a chi sogna di scriverne uno?
Di non tenere troppo a lungo il sogno nel cassetto e di provarci. Perché possa affrontare il mondo a testa alta e sguardo fiero, perché possa lottare con valore, un sogno ha bisogno della nostra completa fiducia e del nostro costante sostegno. Non può avverarsi per magia, non sarebbe nemmeno bello in fin dei conti. I desideri diventano realtà con la fatica, il sacrificio, la sofferenza anche e le lacrime. Non è un percorso facile e molta gente — quelli che hanno lasciato troppo tempo i sogni nel cassetto, appunto, per paura di non farcela o che non fossero dei sogni “giusti” — ci dirà che è tutto inutile, che ogni nostro sforzo è vano, solo perché magari puntiamo in alto, crediamo in qualcosa che supera le aspirazioni comuni e che è frutto di un animo creativo e artistico. In quei casi siete autorizzati a fregarvene (scusando la brutalità del termine). È del vostro futuro che vi state preoccupando ed è assolutamente necessario che nessuno vi sia di intralcio. Ergo, miei prodi sognatori, vi conviene affilare le armi.

9) Quali sono i tuoi progetti per il futuro, puoi darci qualche anticipazione?
Scrivere. Soprattutto per i bambini e i ragazzi. Fare pomeriggi di letture negli orfanotrofi e negli ospedali. Aprire una libreria incantata. Trovare il mio Principe Azzurro e insieme a lui fare il giro del mondo in cam-per. Seminare sempre tanta positività, allegria e speranza. Diventare una pasticcera portentosa. Partecipare a un ballo indossando un abito principesco. Fare del bene ogni giorno, nel mio piccolo.

10) Siamo arrivati alla fine! Ti ringrazio molto, Anita, per essere stata con noi e per averci fatto scoprire qualcosa di te. Spero che tornerai nel mio Antro Oscuro a farmi visita, e mi auguro che ti sia divertita!
Grazie a te, dolcissima Seli. I biscotti erano una squisitezza e la tua ospitalità altrettanto amabile e calorosa. Tornerò volentieri a farti visita. Buone letture!

2 commenti:

  1. Bellissima intervista. Non trovo altre parole. Grande Anita! ^^

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  2. Meravigliosa intervista. Anita è un'ottima interlocutrice ed intrattenitrice XD
    Molto calzante la similitudine dello scrittore/scienziato pazzo.
    Complimenti anche a te ovviamente!

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