lunedì 5 marzo 2012

Intervista a Gregorio Giungi più Giveaway

Come vi avevo anticipato, sono felice di accogliere in questo angolo virtuale Gregorio Giungi, autore de I diari della bicicletta, che vi ho recensito poco fa ^^ e sono contenta di dirvi che, sempre grazie al gentilissimo autore, in fondo al post avrete la possibilità di aggiudicarvi una copia di questo meritevole libro ^^
Ma andiamo con calma e iniziamo con l'intervista ^^

1) Ciao Gregorio, ti do il benvenuto su Ombre Angeliche. Ti va di presentarti ai Lettori?
Ciao Rowan, felice di essere dei Vostri, oggi! Bé, certo..Dunque, ho cinquant’anni – e quindi come esordiente sono un po’ stagionato, in effetti… Sono un Militare di carriera che negli ultimi otto anni ha avuto una vita piuttosto movimentata, diciamo.. Mi sono occupato di Analisi politico-militare e Comunicazione nell’ambito delle operazioni NATO, più altre cosucce che non vale la pena di raccontare ;-)).. Ho attraversato di recente un periodo di profonda crisi personale– anzi, lo sto attraversando ancora – che però mi ha dato il tempo e l’occasione di fare quel che andava fatto da molto ..poiché era da molto tempo infatti che facevo parte dei cripto-scrittori, malsana genìa di persone incompiute che ho deciso di rinnegare con “I Diari della bicicletta”, il mio primo tentativo di uscire allo scoperto. A parte tutto ciò, al momento conduco una vita piuttosto normale, per quanto possa esserlo la vita in Italia, in un periodo come questo, e ad Ancona – amena cittadina balneare del medio Adriatico, con basso tasso di inquinamento delle acque ed un discreto tasso di suicidi – da sempre.

2) Prima di iniziare con le domande vorrei chiederti subito: dove si può comprare il tuo libro?
Si può ordinare in qualunque libreria italiana, meglio se servita dall’agenzia di distribuzione PDE (il distributore di cui si serve il gruppo Albatros), poiché in tal caso arriverebbe in due o tre giorni. Altrimenti, i giorni potrebbero essere un po’ di più. Non so come possa funzionare da voi in Svizzera con i libri editi in Italia, ma posso dirti che con Amazon dovrebbe arrivare anche a voi in tempi ragionevoli…bè, almeno me lo auguro ;-))..Permettimi di aggiungere, per i miei corregionali, che in alcune librerie locali è già immediatamente disponibile: ad Ancona, da “Feltrinelli”, “Canonici”, “Fogola” e “La Libreria del Benessere”; a Jesi presso la libreria “Incontri”, e ad Osimo presso “Il Mercante di Storie”.

3) C'è un argomento che non posso non toccare: come probabilmente saprai il Gruppo Albatros non è sempre ben visto. Io non ho pregiudizi, infatti ho accettato di recensire il tuo libro e mi è molto piaciuto. Sarebbe quindi bello poter avere l'opinione di chi con il Gruppo Albatros ha avuto a che fare davvero: ti va di dirci qualcosa?
Senz’altro. Prima di tutto, però, bisogna che tocchi la “vexata quaestio” dell’editoria a pagamento in Italia. Essa spazia, ahimè, da situazioni vicine alla truffa vera e propria, ad altre che rappresentano invece un’opportunità tutto sommato accettabile per un esordiente. Perché la considerazione di base da cui bisogna partire, Rowan, è che in questo Paese ci sono più scrittori che lettori. Gli editori a pagamento lo sanno benissimo, come sanno bene che di tutti questi scrittori, inevitabilmente, solo pochi riescono ad essere pubblicati dalle case editrici più solide ed affermate, che di certo non hanno bisogno di essere finanziate dall’autore. Rimane una quantità impressionante di aspiranti che è divenuta il target, in una ineccepibile logica aziendale, di queste case minori che li hanno intelligentemente designati come la loro fetta di mercato. Fin qui, nulla di strano, secondo me. Il punto è che occorre giudicare caso per caso che cosa esattamente questi editori offrono in cambio dell’investimento, che l’autore liberamente sceglie di fare, ricordando che egli, fatalmente, sarà interessato a due cose basilari: avere visibilità grazie ad un adeguato lancio di marketing editoriale e poter raggiungere le librerie il meglio ed il più possibile, grazie ad una soddisfacente azione di distribuzione (il che ovviamente significa che la casa editrice dovrà garantire la collaborazione con una agenzia di distribuzione grande ed efficiente, in grado di raggiungere il maggior numero possibile di librai). La misura in cui l’editore pagato ti consente di raggiungere questi due obiettivi diventa il parametro con cui tu lo giudichi. Ora, tornando al nocciolo della tua domanda, la mia esperienza con Albatros in particolare è ancora in itinere, e quindi la mia risposta è con riserva di verifica finale. Posso però intanto dirti che quanto mi offrivano era tutto sommato abbastanza appetibile, poiché loro si servono di una delle più grandi catene di distribuzione italiane; il loro piano di marketing editoriale, poi, in realtà non è un granché come potenzialità, ma meglio di quanto offrono molti altri (anche perché spesso gli altri non offrono nulla, a quanto ne so), ed è comunque compensato, devo dire, dalla grande professionalità degli operatori (basti citare Christian Floris, vero asso nella manica della loro compagine promozionale). Per il resto – finora – hanno sostanzialmente rispettato i loro impegni contrattuali, anche se permangono alcune “zone d’ombra”: per esempio, non mi hanno ancora chiarito come avrò visione certa delle eventuali vendite degli e-books della mia opera, per dirne una..per non parlare del fatto che, a livello di attenzione verso il cliente – poiché tali sono gli autori per loro – lasciano molto a desiderare..la comunicazione è limitata e spesso insufficiente, e l’interfaccia con lo scrittore manca di solerzia se non di coerenza…danno l’impressione di essere una catena di montaggio del libro, in cui l’autore è un ingranaggio da inserire in un sistema produttivo preordinato, possibilmente senza che rompa troppo le scatole :) Insomma, comunque vada alla fine, non sono certo di riprovarci con loro, anche se mi dicono che già al secondo libro non ti fanno più pagare..vedremo se e come le mie perplessità si risolveranno. Ora, però, permettimi di spezzare una lancia a favore di Albatros e dell’editoria a pagamento in genere. Prima di tutto, a proposito del loro atteggiamento verso il cliente, bisogna ammettere che molto spesso le organizzazioni aziendali in Italia hanno attitudini simili, anche in differenti contesti professionali ed anche in aziende di buon nome… non sono sicuro che i dipendenti di case editrici più grandi – quelle che non ti fanno pagare e che sono considerate “serie” – abbiano verso lo scrittore principiante atteggiamenti migliori..temo che dipenda da un difetto etnico-culturale generale di noi Italiani. Riguardo poi le contestazioni dei più – tra cui eminentemente quelle mosse dai tuoi “colleghi” di “Writers’ Dream, tanto per fare nomi e cognomi – bisogna essere intellettualmente onesti ed ammettere che non sono del tutto sbagliate. Gli autori che sono stati rifiutati dalle case editrici che non si fanno pagare sono molto, molto spesso persone che vogliono fare gli scrittori ma non ne hanno le capacità ( e, pubblicandoli, si illudono loro e si fornisce un cattivo prodotto al lettore, si stampa robaccia, ecc. ecc.). Molto, molto spesso è effettivamente così. Ma non sempre. Chi ci legge dirà che il sottoscritto non è nelle condizioni di essere obiettivamente considerato imparziale, essendo fra i rifiutati. Lo so, è vero. E allora non credetemi. Ma ragionate su quel che vi devo dire per amor di logica e, “..prima di condannarmi o di apprezzarmi, arrivate fino alla fine di queste pagine. Vi servirà, se ci tenete a dare un giusto giudizio.” ;-) Come ho anticipato, gli aspiranti scrittori che mandano i loro manoscritti alle case editrici sono un numero da noi enorme, e se considerate che ognuno di loro manda il suo manoscritto sempre e comunque A TUTTE quelle maggiori(e lo fa, credetemi!), ogni maggior editore si troverà fisicamente sommerso da una mole tale di elaborati da esaminare, che sarà ragionevolmente impossibile valutare a fondo e con la dovuta correttezza professionale ciascuno di essi. In molti casi ci riuscirà, d’accordo, ma non sempre. Non è credibile dire che ci riesca, semplicemente, e chi sa come vanno le cose negli uffici più o meno grandi che sbrigano un lavoro ripetitivo su dei documenti complessi – poiché tali sono nel tempo e nella routine i nostri manoscritti, ahimé, dall’umanamente inevitabile punto di vista degli addetti ai lavori, per quanto seri e validi – mi capirà perfettamente. E poi, vogliamo aggiungere il vecchio e accettato errore umano? Possiamo onestamente e seriamente dire che comitati di lettura e critici letterari – a parte te, Rowan ;-)) – siano infallibili? Alla luce di ciò, l’editoria a pagamento e Albatros assumono, lo vedete, un aspetto leggermente differente anche agli occhi dei loro detrattori, se onesti: poiché danno la possibilità di emergere anche a quel, non so, dieci-venti per cento(?) di autori inopinatamente scartati che meritavano invece un’opportunità…(giudichi poi il lettore dei “Diari” in quale delle due percentuali meriti io di stare). Magari di più di certi “scrittori” che vengono pubblicati senza che paghino anche se scrivono solo “monnezza”… perché alla fine, diciamocelo, la “monnezza” la pubblica anche l’editoria gratis, che ha anch’essa in ogni caso scopi di lucro che persegue al di fuori di scrupoli artistici e professionali – e questo per me è evidente. Un’ultima considerazione, per concludere..scegliere di pagare o no per pubblicare dipende anche e soprattutto dalle condizioni in cui uno si trova. Se fossi stato un giovane di vent’anni – a prescindere dai soldi che avessi potuto avere in tasca – probabilmente non avrei accettato la proposta di Albatros (e, forse, neanche quella avuta da una casa minore, che non mi avrebbe garantito la stessa visibilità e verosimilmente mi avrebbe comunque chiesto una piccola partecipazione alle spese), perché un giovane ha dalla sua il tempo, e molte più occasioni di riprovare: varrebbe ricordare, in questo caso, che molti grandi scrittori hanno fallito i loro primi tentativi (mi risulta che anche il grande Stephen King abbia affrontato dei rifiuti, ad inizio carriera). Con i miei cinquant’anni, ed una situazione professionale, diciamo, complessa ed impegnativa, se non incerta, io ho sentito fretta. E considerando che l’investimento richiesto non mi impoveriva, ho fatto questa scelta. Tutto qui.

4) "I diari della bicicletta" è il tuo romanzo d'esordio, e come tale immagino che ti abbia creato qualche grattacapo durante la stesura. Ma qual è stata invece la parte più bella da scrivere?
“L’orologio e l’Ungheria”, l’ultimo capitolo. Perché è l’unico che ho inventato di sana pianta. E’stato quello l’unico vero impegno per me, nel libro, di vera e propria scrittura creativa. Tutto il resto, è stato un pesante lavoro di riorganizzazione di informazioni e scritti lasciati dal protagonista, che, credimi, erano un confuso guazzabuglio di resoconti e indicazioni, sempre forniti – incredibilmente – con l’incolore aridità di un bollettino militare. Tutto, nella vita di quell’uomo, era riportato come in un “Rapporto Operazioni”. Trasformare tutto – nel senso alchemico del termine – in una narrazione avvincente è stata una grande fatica, anche se gratificante nei risultati. L’ultimo capitolo, invece, è stato un lavoro facile e bello. L’unico capitolo che abbia scritto in brevissimo tempo, quasi di getto. L’unico interamente mio.

5) Il tuo romanzo tratta due temi importanti: una storia vera, prima di tutto, e un argomento forte come la Guerra. Cos'hai provato nello scrivere questo libro?
Un profondo senso di realizzazione e liberazione. Parlare della Guerra, del Mondo e dell’Uomo – ma Tolstoj forse direbbe che la Guerra già riunisce in sé gli altri due concetti – mi ha consentito di vuotare i miei “zaini pieni di passato e di storie”, di esprimere la mia “Weltanschaung”, cosa che non ho mai occasione di fare, normalmente. Se Maslow ha ragione, e l’uomo vive andando su e giù per la piramide dei suoi bisogni – da quelli primari di sussistenza, in basso, a quelli secondari di gratificazione psico-intellettuale-spirituale, in cima alla piramide – io sono purtroppo tra quelli cha avrebbero spesso bisogno di arrampicarsi in alto e lì fermarsi per un po’, ma ci riescono di rado, impediti da situazioni contingenti. E poi, forse è vero che scrivere è terapeutico: come ti ho detto all’inizio, in un momento di “outing”, sono tuttora in un periodo di crisi – di pathos – e scrivere mi ha fatto senz’altro bene.

6) Una domanda d'obbligo: cos'è per te la scrittura?
La forma della Comunicazione per eccellenza, la più completa. Lo so, un supposto esperto di Comunicazione non dovrebbe dire una cosa del genere – che, per inciso, da un ortodosso punto di vista accademico è una castroneria – ma non posso fare a meno di sentire la scrittura come tale. Ed è la forma di comunicazione più bella, e qui non c’è Accademia che tenga :) Nulla come la parola scritta riesce a tirar fuori le cose che sono dentro – o altrove? Non mi sono mai meravigliato che in epoche antiche si attribuisse alla parola scritta una funzione religiosa ed un potere magico, l’ho sempre avvertito come qualcosa di plausibile, di antropologicamente comprensibile – a prescindere dal fatto che potesse essere vero o meno. Inoltre – last but not least – scrivere è un’arte, un esercizio di creazione estetica che migliora l’Uomo. Ed intendo proprio il lettore, non lo scrittore. Lo scrittore, in realtà, secondo me rimane quello che è, ed è il lettore che giudica chi e che cosa egli sia, e quanto valga. È il lettore che guadagna dalla scrittura, ed è mia opinione che ogni scrittore lo debba tenere a mente mentre scrive.

7) Cosa consigli a chi ha un romanzo nel cassetto, o chi sogna di scriverne uno?
A chi sogna di scriverne consiglio di trovare il modo di realizzare il suo sogno. A chi l’avesse già fatto non consiglio di fare necessariamente come me. Lo rimando insomma a quanto già detto poc’anzi: ognuno deve fare una scelta in base alle condizioni personali ed economiche in cui si trova, magari anche accettando di rimandare il suo esordio. Ma gli consiglio comunque di andare in quella direzione, di cercare di pubblicare, un giorno o l’altro..e di non mollare mai. I cripto-scrittori sono una malsana genìa, ricordate? Si scrive per gli altri, non per sé stessi.

8) Quali sono i tuoi progetti letterari per il futuro? Puoi darci qualche anticipazione?
Bé, come Enea io sono superstizioso.. e scaramantico, pure! Quindi dovrei star zitto :) ..ma visto che sei tu a chiedermelo, Rowan, mi sbilancio a dire che ho due progetti letterari in corso di realizzazione, e mi ritrovo nell’amletico dilemma di quale dei due concludere per primo..su quale concentrarmi di più al momento..Uno è un Fantasy “estremo”, ispiratomi dagli echi del Canto di Cassilda ne “Il Re in giallo”, di Robert Chambers. L’altro sarebbe di nuovo un romanzo storico-avventuroso, questa volta ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Vedremo..Tu cosa mi consigli? :)

9) Ed eccoci arrivati alla fine. Ti ringrazio moltissimo, Gregorio, per essere stato ospite del mio piccolo angolo virtuale, e spero che tu ti sia divertito quanto me in quest'avventura!
Sono io che ringrazio te, Rowan, con tutto il cuore. Gli Dei ti benedicano, e auguriamoci che la mia avventura sia molto più lunga e si concluda bene. Un saluto a tutti i fortunati lettori di questo blog! E’ bellissimo essere tra Voi! Ciao!


Eccoci qui! L'intervista si è conclusa, e io ringrazio ancora Gregorio per aver risposto in modo così sincero alle mie domande. E ora, se questo libro vi ha incuriosito, avete la possibilità di vincerne una copia grazie alla gentilezza dell'autore. Come? Semplice, basta seguire le solite tre regole ^^

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    Il giveaway si concluderà alla mezzanotte del 17 marzo. Il vincitore verrà estratto il giorno seguente. Buona fortuna a chiunque parteciperà!

22 commenti:

  1. mi incuriosisce , partecipo volentieri!!!

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  2. Ho letto l’intervista all’autore: un’esordiente che ha coltivato il suo sogno di pubblicare il suo primo romanzo e finalmente ce l’ha fatta. Inoltre mi incuriosisce che sia scritto da un militare. Lettrice fissa del blog, ho compilato il modulo e condiviso su Facebook, Twitter e Google+.

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  3. partecipo molto volentieri,mi incuriosisce!!!

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  4. Interessante l'intervista con l'autore, concordo che pubblicare con l'editoria a pagamento sia una scelta personale e che l'unica cosa che conta è il libro in se stesso e non l'editore. Ricordo che la stessa J.K Rowling ha ricevuto una lunga sfilza di rifiuti prima di riuscire a trovare un editore per il suo Harry Potter, credo che quei editori oggi si stiano mangiando le mani.

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  5. L'autore mi ha fatto una buonissima impressione, mi sembra una persona senza peli sulla lingua, e la sincerità è una qualità che ho sempre apprezzato.
    Poi, come ho già detto, la tua recensione mi ha piacevolmente colpita ^^
    Quindi partecipo ;)

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  6. partecipo :)
    mi incuriosisce molto ;)

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  7. Partecipo l'intervista con l'autore mi è piaciuta molto e mi ha incuriosito. In questi giorni mi sto sempre sentendo dire che in Italia ci sono più scrittori che lettori e che quindi lavorare nel mondo dell'editoria da entrambe le parti non è per niente semplice, quindi credo che solo perchè uno scrittore pubblichi con una casa editrice a pagamento non si può dire che il suo libro non è bello. Basta vedere tutte le schifezze che le case editrici non a pagamento pubblicano solo perchè sono commerciali. Quindi un bocca al lupo Gregorio per il libro e un grazie per questo giveaway :)

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  8. sono completamente daccordo: la scrittura è la forma della comunicazione per eccellenza, la più completa
    ci permette di evadere dalle nostre case e dalle nostre vite e perderci nel mondo inventato da qualcunaltro
    alle volte è un trauma chiudere il libro e guardare il soffitto sopra il letto
    mi piace la filosofia di quest'autore!

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  9. intervista interessante!!!
    il tema della guerra e dell'uomo in generale non perderà mai la propria attualità.. come potrebbe?
    curiosa di leggere questo libro che è costato fatica e impegno al suo autore e soprattutto l'ultimo capitolo che è .. "tutto suo"! :)

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  10. partecipo e condivido poiche' bisogna sempre far conoscere i "giovani" :-) ed esordienti scrittori,e poi la scelta fatta di pubblicare con l'editoria a pagamento significa che crede molto nel suo progetto.

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  11. Partecipo! L'autore sempre una persona molto disponibile ^^

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  12. Partecipo: dall'intervista traspare la passione che l'autore ha messo nella sua opera prima...merita decisamente una lettura,anche per la disponibilità dimostrata!

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  13. Mi piace leggere le biografie.
    Leggenmdo l'intervista mi ha fatto un buona impressione

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  14. il commento del 6 marzo 17.58 è il mio ma lo ha inserito come anonimo non so
    -micia-

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  15. *___* mi incuriosisce! sono sempre alla ricerca spasmodica di un autore italiano che valga la pena seguire; sino ad ora, uno solo mi ha colpito...e sono curiosissima di sapere se Gregorio Giungi sarà il prossimo *__*

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  16. Partecipo con interesse per l'opera del mio "concittadino".

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  17. Un po' distante dal mio solito genere .. ma devo dire molto interessante !!!

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