martedì 12 dicembre 2017

Recensione "La metà che manca"

Buongiorno Lettori e buon martedì, è arrivata anche da voi la neve? Io non vedevo l'ora, anche se questa è una settimana piena di impegni e uscire con il freddo non mi piace mai. Per lo meno a casa ci si può riscaldare con un tè e un bel libro, ed è proprio con una recensione che vi tengo compagnia oggi. Il romanzo di cui vi parlo è un gentile omaggio della casa editrice, che ringrazio ancora.

Mai, mai dimenticare.

Titolo: La metà che manca
Autore: Graham Jackson
Prezzo: 13,00€
Pagine: 312
Pubblicazione: 2017
Editore: Lettere Animate



Trama: La metà che manca inizia quando ancora non c'è niente a mancare e non ci sono frammenti da rimettere insieme. Il 23 ottobre del 1993 Zoe e Dominic Marshall sono ancora convinti che i casi che risolvono sul campo li immunizzino dal diventare dei bersagli. Ma che succede quando, improvvisamente, si viene travolti dal peggiore degli incubi? Ciò che si annida dentro un crimine innesca un processo che trasforma normalità in mostruosità, mostruosità in normalità. Si può evitare il caos? Si può evitare di annegare nel senso di colpa, cedendo alla disperazione o, peggio, alla follia?


Quando, a inizio anno, ho stilato la lista degli obbiettivi da raggiungere entro dicembre, tra i libri da leggere e i generi a cui riavvicinarmi c'era anche il Thriller. Non ne sono mai stata una grandissima appassionata o meglio, leggo sempre tantissime trame interessanti e mozzafiato, ma la verità è che negli ultimi anni - da quando sono diventata mamma, per lo più - faccio parecchia fatica ad avvicinarmi a storie ricche di tensione e crudeltà, quindi finisco per comprarli senza poi leggerli. Con l'uscita de La metà che manca ho finalmente avuto l'occasione di tornare a leggere, dopo tanto tempo, un thriller piacevole e scorrevole. Sebbene il primo impatto non sia stato dei migliori, a causa dello stile dell'autore, proseguendo ho trovato la storia più avvincente. Se mi seguite da un po' saprete che davanti al lavoro di un autore italiano ci vado sempre cauta, dato che nella maggior parte dei casi lo stile non mi soddisfa, questa volta però a non convincermi è stata la scelta delle due autrici - celate dietro lo pseudonimo di Graham Jackson - di narrare la storia al presente. In genere tendo a scartare i romanzi con questa caratteristica, si tratta semplicemente di un mio gusto personale, purtroppo l'ho sempre trovata una tecnica di narrazione inefficace, so che dovrebbe indurre il lettore a sentirsi parte della storia, ma su di me ha l'effetto contrario, mi suona male e mi impedisce lasciarmi coinvolgere come vorrei dalla lettura.

Se dovesse accadere che il tempo farà scendere un velo sui nostri ricordi,
io darò il tuo nome a tutte le cose belle che vedrò.

Mettendo da parte questo aspetto, il romanzo di per sé l'ho trovato buono. Non pazzesco, ma sicuramente degno di nota per chi ama il genere. Come immaginavo non è stato facile digerire alcune parti della storia, quando di mezzo ci sono dei bambini e la tragedia è dietro l'angolo l'angoscia è inevitabile solo che, se prima di diventare mamma questa sensazione di ansia e suspense mi piaceva, adesso finisce per turbarmi e basta. Quello che invece mi ha sorpreso positivamente è stata l'accuratezza con cui viene affrontata dai due detective protagonisti, Zoe e Dominic, l'improvvisa scomparsa della figlia, rapita in un giorno di pioggia. Come reagisce una coppia di fronte al dolore più lacerante che un genitore possa provare? L'amore sarà sufficiente a restare a galla insieme, o a prevalere sarà il senso di colpa, che sgretola ogni cosa? L'introspezione dedicata a questi genitori, uniti e spezzati al tempo stesso, mi è sembrata davvero reale e ben fatta, devastante quanto basta da portare il lettore a riflettere sulla fragilità della vita e della felicità. Non siamo mai davvero pronti ad affrontare gli ostacoli e l'idea di non poter prevedere le nostre reazioni è spaventosa. Davvero interessante quindi l'analisi di questa coppia, nonostante la curiosità di arrivare in fondo al caso e di vedere tutti i pezzi andare al posto giusto il rapporto tra Zoe e Dominic è la parte che ho trovato più intrigante. Per quanto riguarda la parte investigativa del romanzo, lo sviluppo non mi ha coinvolta più di tanto, ma ho apprezzato molto il finale, quindi non posso che considerarlo un buon thriller, consigliato sicuramente a chi ama questo genere ma che può essere apprezzato anche da chi come me lo tollera a piccole dosi.

A voi piacciono i thriller? Fatemi sapere cosa ne pensate di questo titolo!

5 commenti:

  1. Ha nevicato poco poco. Purtroppo di thriller non ne ho mai letti. Al primo impatto non ne sono interessata, non saprei nemmeno da quale iniziare a dire la verità.

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    1. Ciao Simona! Devo dire che i thriller più belli li ho letti da ragazzina, se dovesse venirti voglia di fare un tentativo ti consiglio Non ti addormentare, di S. J. Watson. Oppure, citando due grandi autori, Io uccido, di Faletti e Nel bianco, di Follett :)

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  2. Ti capisco, anche io leggo poco questo genere sebbene non mi dispiaccia e trovare libri che mi intrighino davvero non è facile ma ho deciso di provare a leggerne almeno un paio all'anno per variare un po' le mie letture per cui, ne vedrai qualcuno sul mio blog prossimamente ;)

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    1. Ciao Cry! Anche io ho lo stesso problema con questo genere. Se ti capita di leggere qualche titolo interessante fammelo sapere che lo recupero :)

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