Buongiorno Lettori e buon mercoledì, come state? Oggi vi tengo compagnia con il penultimo post dell'anno, ovvero la recensione del romanzo che ho letto a dicembre per l'ultima tappa della challenge 12 parole per 12 libri, che è ufficialmente giunta al termine. Si tratta di un libro che ho apprezzato molto e sono contenta di aver chiuso il mio 2021 con questa storia ambientata in inverno. Fatemi sapere se conoscete il romanzo o se magari avete già letto qualche altra opera dell'autrice!
Una storia potente, al tempo stesso un thriller inesorabile, un romanzo di formazione profetico e spirituale e una riuscita metafora della condizione umana.
Autore: Laura Bonalumi
Prezzo: 16,50€
Pagine: 239
Pubblicazione: 2020
Editore: Piemme
Trama: Fuori dalla chiesa, la peggiore bufera di neve che si ricordi. Dentro la chiesa, sette persone rifugiate e isolate dal mondo. Una ragazza, una donna, due bambini, un uomo, un prete, un ladro. Tutti hanno perso qualcosa di molto prezioso. Ma nessuno ha perso la speranza di uscire da lì, salvarsi e tornare nel mondo esterno. Mentre fuori la nevicata non accenna a diminuire, dentro i viveri scarseggiano e ogni decisione può fare la differenza tra sopravvivere e morire.
Tutto ha inizio con una nevicata fuori stagione. È autunno, e il paesaggio che si ricopre di bianco sembra quasi una magia, un sogno. Solo che la neve non si ferma. Si trasforma in bufera, poi in ghiaccio e in gelo, e in un battito di ciglia la città scompare, ibernata in un inverno mortale, che non lascia scampo a nessuno: piante, animali, persone.
Con questa premessa ho pensato che dicembre fosse il mese perfetto per dedicarmi finalmente a Bianco, romanzo per ragazzi che da troppo tempo mi aspettava sullo scaffale. E le mie aspettative non sono state deluse, anzi, la Bonalumi ancora una volta ha saputo catturarmi e tenermi incollata alle pagine, come era già successo tanti anni fa con La bambina dai capelli di luce e vento, romanzo delizioso che affrontava tematiche validissime. Con questo romanzo l'autrice si rivolge ad un target leggermente più adulto, ma lo stile è sempre il suo, ben riconoscibile. Una penna affilata e senza fronzoli, che va dritta al punto e riesce a trasmettere con poche parole le atmosfere e le emozioni dei personaggi. La narrazione veloce e incalzante porta a divorare il libro in pochissimo tempo, un po' per la curiosità di scoprire il destino del nostro gruppo di sopravvissuti, che dopo aver trovato rifugio in una chiesa cercano di fare del proprio meglio per non cedere alla paura, al freddo e alla fame, e un po' perché i capitoli sono brevi e ben scritti.
In mondo ha smesso di vivere, di esistere, di funzionare. Come se qualcuno lo avesse chiuso in un freezer affinché congelasse tutte le sue cattive abitudini e meditasse sul suo comportamento. Su ciò che aveva detto, fatto, ma soprattutto non fatto.
Bianco si è rivelata davvero una bella lettura, attraverso gli occhi di Isabella ho percepito l'incredulità e il terrore di ritrovarsi gettati in una realtà che fino a poco tempo prima sembrava solo distopia. Ho apprezzato moltissimo anche la dinamica che si è andata a creare tra i personaggi, la forza di trovare in un gruppo di sconosciuti una nuova famiglia, di aiutarsi l'un l'altro anche nei momenti di sconforto.
Questo romanzo di formazione, che utilizza l'idea di una perenne tempesta di neve per mettere in ginocchio l'uomo, altro non è che una metafora per parlare ai ragazzi non solo di amicizia, perdita e coraggio, ma anche di emergenza climatica. Abbiamo maltrattato il nostro meraviglioso pianeta per troppo tempo, e sappiamo che il punto di non ritorno è vicino. Bianco lancia un messaggio alle nuove generazioni, un messaggio forte e chiaro, che invita i giovani a resistere e a fare meglio di quanto è stato fatto - o meglio, non fatto - in passato. A non commettere gli stessi errori. Ma lo fa senza ramanzine o paternalismo, senza addossare la colpa a qualcuno piuttosto che a qualcun altro. Lo fa mettendo il lettore faccia a faccia con una realtà agghiacciante e spaventosa, che grazie alla sua potenza riesce a far riflettere e ad insegnare.
Una storia veloce, da divorare, che affronta con semplicità e onestà le tematiche del lutto e della solitudine, ma che regala anche la speranza di un futuro migliore, e la forza di sostenere gli altri, anche quando non siamo certi di essere abbastanza forti da sostenere noi stessi.
Sembra un libro molto interessante e tra l'altro la trama mi ha subito portato alla mente una scena di Cecità di Saramago, anzi, diversi aspetti mi richiamano alla mente il libro di Saramago (il tipo di relazioni che si creano tra sconosciuti in un ambiente in cui sei costretto a stare, il tema della catastrofe...), anche se si percepisce che in realtà sono diversissimi.
RispondiEliminaAmmetto di non aver ancora letto Cecità, ma ce l'ho già in casa e adesso sono curiosa di leggerlo, grazie! :)
EliminaFelice di averti messo questa curiosità :D
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