lunedì 9 novembre 2015

Recensione: "La nostra ultima canzone"

Buon inizio settimana Lettori!
Come state, avete trascorso un bel weekend? Io, come vi avevo anticipato sui Social, sono reduce da questa tremenda lettura e ammetto che scriverne la recensione non è stato semplice, avevo una voglia tremenda di sfogarmi, ma al tempo stesso ci tenevo a spiegare in maniera lucida i motivi che mi hanno spinto a bocciarlo. Spero tanto di esserci riuscita!

  Com'è possibile che la tua canzone sia già la mia, se ci siamo appena conosciuti?

Titolo: La nostra ultima canzone
Autore: S.K. Falls
Prezzo: 17,50€
Pagine: 348
Pubblicazione: 2015
Editore: Piemme


Valutazione
Trama: Il più grande desiderio di Saylor è essere malata così che tutti le stiano accanto e si prendano cura di lei. Ha la Sindrome di Münchausen. Così, quando il suo psichiatra le consiglia di andare a fare volontariato in ospedale, la ragazza accetta con entusiasmo. Inizia a frequentare un gruppo di ragazzi della sua età malati terminali, a uscire con loro, a vederli al di fuori dell'ospedale, a far sempre più parte della loro vita, fingendosi malata. Nel gruppo c'è Drew, un ragazzo bellissimo di cui si innamora. A separarli una tremenda bugia: Saylor non è davvero malata. Ma a stringerli per sempre sarà una crudele verità: Drew sta morendo...

Ai miei occhi, avere il cancro era un lusso incredibile. Il mondo era compassionevole nei confronti dei malati di cancro. Erano gli eroi dei tabelloni pubblicitari stradali, di toccanti pubblicità con un sottofondo dolce che interrompeva i nostri programmi televisivi preferiti.

Voglio iniziare la recensione con questa citazione, cosa che di solito preferisco evitare, perché dopo giorni passati a pensare a come scrivere qualcosa di sensato riguardo questo romanzo non ho trovato altro modo, se non quello di andare dritta al punto. L'uscita di One last song mi aveva davvero colpita, perché di fronte ai temi che vengono trattati in questa storia non si può proprio restare indifferenti, soprattutto se come me amate i romanzi drammatici e forti. Doverlo bocciare mi rattrista davvero tantissimo, perché Saylor e Drew, con le loro vite difficili, avevano un'ottima possibilità di incantare e commuovere il lettore. Cos'è andato storto? Praticamente tutto.
La prima pecca che ho riscontrato è stato lo stile narrativo dell'autrice, che nonostante sia "grammaticamente corretto" mi ha fatto storcere il naso dopo poche righe. Ho sperato con tutta me stessa che proseguendo la lettura la cosa sarebbe migliorata, ma così non è stato. La prima metà del romanzo - ma forse anche qualcosina di più - è stata un'agonia, me lo sono trascinato per tre settimane sforzandomi di andare avanti poco alla volta, e già per questo il bel voto che tanto speravo di dargli è andare a farsi benedire. Il problema di base, fondamentalmente, è che tutto in questo libro è fastidiosamente infantile. All'inizio lo avevo ingenuamente scambiato per delicatezza, sperando che la Falls si fosse ispirata allo stile leggero e ironico di Green, ma a lettura terminata non posso negare i fatti: La nostra ultima canzone è un romanzo per ragazzini. E non m'importa se è etichettato come New Adult e i protagonisti hanno più di 20 anni, accidenti.
Prima di demolirlo del tutto voglio fare una piccola parentesi per spezzare una lancia a favore dell'autrice, perché al di là di quello che il romanzo mi ha fatto provare - noia, fastidio e perplessità, più che altro - penso che la Falls abbia avuto coraggio a voler parlare della Sindrome di Münchhausen. Non solo perché è una malattia di cui raramente si sente parlare, soprattutto in lavori destinati ai giovani, ma perché credo che non sia facile dare vita e voce a una protagonista che, inevitabilmente, tutti i lettori odieranno. Saylor è infatti affetta da questo disturbo psichiatrico che le fa desiderare di essere malata, per poter attirare l'attenzione di chi le sta intorno, ed è un personaggio scomodo, se così vogliamo definirla. Dico scomodo perché i suoi pensieri, come appunto la citazione che vi ho lasciato a inizio recensione, urtano davvero la pazienza e la moralità del lettore. Sentir parlare di cancro come fosse un lusso è una delle cose più brutte e di cattivo gusto che mi vengono in mente, ecco perché sono convinta che l'autrice abbia avuto coraggio a proporci Saylor come voce narrante della storia. Io l'avrei presa a ceffoni dalla prima all'ultima riga, ma non a causa di questi suoi insani pensieri.

Ma la verità era che non avevo niente da offrire. Ero vuota dentro, priva di tutto, tranne dell'infezione che ci avevo infilato io stessa.

No, ciò che mi ha portato a detestare il romanzo è stata l'assoluta superficialità con cui l'autrice affronta tutti i temi difficili che mi avevano convinta a leggere il libro. Drammi famigliari, segreti, malattie fisiche e mentali, morte. Parlare di simili argomenti senza smuovere qualcosa nell'animo di un lettore è quasi impossibile, eppure la Falls ce l'ha fatta senza problemi.
Il romanzo risulta vuoto, infantile, scialbo. Vorrei dire stupido, vorrei dire che la superficialità dell'autrice è una totale mancanza di rispetto verso chi davvero soffre e muore, ma aprirei una parentesi infinita che non so dove mi porterebbe.
Mi spiace davvero tanto, perché la trama prometteva bene e lo sviluppo degli eventi non mi ha mai delusa, in particolare nel finale, che però ho trovato davvero privo di emozione, come tutto il libro. I personaggi sono piatti e fastidiosi, lo stile noioso e forzatamente ironico, il che mi fa pensare ad una scrittrice indecisa su quale tono dare al suo romanzo. Non c'è abbastanza serietà da commuovere o lasciare un segno nel cuore del lettore, ma manca completamente della genialità tipica di Green, il che lo porta ad essere poco brillante, acerbo, brutto. Non so quale fosse lo scopo preciso del romanzo - appassionare, far sorridere, emozionare? - ma ha toppato su tutti i fronti. Non offre spunti di riflessione, non insegna e non impietosisce. Non porta speranza, messaggi profondi, coraggio. Una mole straordinaria di buone idee, temi toccanti e potenzialità evaporati, trasformati in 350 pagine fastidiose che spero di dimenticare il prima possibile.


I consigli dell'Antro:
Cibo/bevanda: tè e fette biscottate
Da leggere: in viaggio sul bus
Voglia di: una lettura veloce

9 commenti:

  1. Ho inserito questo libro nella wishlist qualche giorno fa, attirata dalla trama.. Mi sa che ci penso due volte prima di prenderlo.. Green mi piace molto quindi penso mi butterò su di lui per i prossimi libri :)

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    1. È decisamente meglio spendere per Green che per questo libro U.U

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  2. Ciao. Ti seguo da un bel po' , e ti ho anche postato un mio commento su Face riguardo la saga degli Lux, ricordi? Io scrivo da alcuni anni su forum blog non miei, ma da qualche giorno, sto provando a creare un mio blog è questo: http://unamacadilibri.blogspot.it/ e poi le mie prove su quell'altro http://amacadilibriefumettiblog.webnode.it, sto cercando di capire quale piu' maneggevole. Ora sto andando avanti con il secondo quello dove ho postato la citazione di oggi.
    Sono ancora in costruzione quindi è ancora molto spartano. Il tuo blog è sempre di google, giusto?

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    1. Ciao Aria, sì mi ricordo, sono felice di trovarti anche qui sul blog :)
      Sì, fa parte di Google perché utilizzo Blogger, l'unica piattaforma con cui mi trovo bene.
      Passerò a vedere anche il tuo!

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  3. Oh, scusa, in tutto il mio divagare e spiegare, ho dimenticato di esprimere il mio commneto sul tuo pensiero. Io non l'ho letto perchè i temi drammatici non sono il mio pane, ma da quello che scrivi tu, l'autrice risulta molto superficiale su temi cosi delicati, e quello sarebbe stato un invito alla lettura se non fosse che amo solo i fantasy e l'avventura. I gialli, noir, thriller non li leggo perchè mi fanno paura ;P Alla prossima

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    1. Anche io amo molto i Fantasy, ma davanti a questi temi difficili proprio non resisto. Peccato si sia rivelato una delusione, uffa!

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  4. Questa è una di quelle trame che riesce a catturarmi e che mi spinge a comprare il libro pur non avendone mai sentito parlare prima e pur non avendo letto nessuna recensione. Quindi, per fortuna ho letto la tua!
    Starò ben attenta a non comprare questo libro: a parer mio, libri con trame tanto delicate andrebbero scritti da chi possiede grandi capacità ed esperienza nella scrittura... da chi sa scrivere veramente bene, in poche parole. E' un tema difficile da trattare, non lo si può fare con spontaneità o superficialità. A parer mio, l'autrice ha peccato di superbia nel voler sforzare le proprie capacità, quasi pretendendo di poter trattare un argomento che in realtà non era in grado di trattare.
    Come sempre, grazie per le tue ottime opinioni :*

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    1. In commercio ci sono tantissimi altri libri più profondi, su questi temi difficili.. peccato perché di questa Sindrome ho sentito parlare pochissimo e avrebbe potuto essere un buon modo per farla conoscere alle persone. Se l'autrice dovesse pubblicare altro le darò una seconda chance, magari migliora :)

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  5. Sto leggendo recensioni assai contrastanti.. sono troppo curiosa però di leggerlo e dir farmene un'idea mia, vedremo che ne uscirà :)

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