lunedì 18 maggio 2015

LeggiAMO - Intervista uno scrittore emergente

LeggiAMO è una rubrica di interviste ideata e gestita da me e Francy che posteremo il 18 di ogni due mesi.

Bentornati nell'Antro! Eccoci ad una nuova puntata di LeggiAMO, la rubrica per noi lettori di questa generazione tecnologica che sembra quasi poter fare a meno dei libri. A prima vista può sembrare che nessuno legga più ma se facciamo attenzione e guardiamo oltre le apparenze ci sono ancora persone che amano leggere. Più di quante ne possiate immaginare. Io e Francy ve lo mostreremo attraverso delle piccole interviste ai lettori di ogni genere.

Oggi vi proponiamo le interviste che abbiamo posto a Donatella Perullo, autrice di Lacrime d'Ametista-Il Fato degli Dei e Vittorio De Agrò, autore di Essere Melvin e Amiamoci, nonostante tutto.

1. Ai giorni nostri ci sono tantissimi romanzi, forse troppi.
Come pensi che questo influisca nella carriera degli autori emergenti?
DONATELLA: La carriera di un autore emergente non è mai spianata. È fatta di lunghi anni di gavetta, tanto, tanto lavoro e soprattutto speranze troppo spesso infrante. Questo era vero tanti anni fa e lo è tuttora.
Il fatto che oggi siano in molti a scrivere, non credo cambi le cose né aggiunga ostacoli a quelli preesistenti. A differenza di qualche anno fa, infatti, oggi i mezzi che un autore emergente ha per raggiungere i lettori, sono numerosi. Prima, tanto per cominciare, non c’erano i social network grazie ai quali addentrarsi, non solo nel mondo dei lettori, ma anche in quello delle Case Editrici. Il web pullula di persone che parlano di libri, che si scambiano pareri e che si consigliano romanzi anche di autori emergenti, se li hanno amati. È anche ricco di Case Editrici che indicono concorsi il più delle volte atti a selezionare autori nuovi per pubblicazioni e non dimentichiamo la chance più importante che hanno a disposizione gli emergenti: L’auto pubblicazione. Un’occasione che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile.
Per chi ha il coraggio di mettersi in gioco e auto pubblicare il proprio romanzo, le possibilità sono tante. Il vero giudice, infatti, non sarà un editor professionista, cioè chi all’interno di una Casa Editrice è il primo a giudicare i manoscritti che arrivano, ma sarà direttamente il lettore a fare la differenza. Così, se il romanzo vale, non faticherà a farsi notare e a spiccare il volo. È anche vero però, che quest’ultima rappresenta un’arma a doppio taglio e che se il romanzo non è valido, l’emergente si troverà davanti alla dura realtà delle critiche pubbliche, che sanno essere feroci. Se però l’autore è pronto ad affrontare anche l’aspetto negativo dello stare in pubblico, saprà ignorare le critiche ‘costruite’ per demolire e accettare quelle costruttive, sfruttandole a suo favore per crescere come autore e fortificare la propria scrittura.
Insomma, a mio parere, se è vero che oggi c’è tanta concorrenza, è altrettanto vero che ci sono tante possibilità in più per affermarsi.

VITTORIO: Viviamo in un epoca in cui prevale l'egoismo e l'individualismo nonostante la diffusione dei social network e di forme rapide e nevrotiche di comunicazione. Eppure facciamo fatica ad ascoltare il prossimo e manca la voglia e la disponibilità di farci carico dei problemi altrui. Così l'unico modo che abbiamo per esprimerci e magari di gridare il nostro dolore ed esternare le nostre idee rimane la scrittura. Ben venga chiunque voglia scrivere, perchè penso finchè il sindicato degli scrittori non farà le barricate e giusto che chiunque dimostri il proprio talento e anima. Semmai però oltre essere scrittori dovremmo tornare anche ad essere lettori, perchè se no il vero rischio che tutti i nostri romanzi rimangano solo un mero esercizio di scrittura e sarebbe un vero peccato non credete?

2. Quali sono gli autori che più ammiri e dai quali trai spunto?
DONATELLA: Trarre spunto no, in genere le idee che mi vengono nascono da momenti quotidiani, parole, sguardi, a volte anche da sogni. Ci sono però diversi autori che hanno contribuito a formarmi come autore. Ero piccolissima quando mio padre mi consigliò di leggere “La spada di Shanara” di Terry Brooks. È stato il mio primo fantasy, il libro che mi ha cambiato la vita e mi ha fatto capire che quello che avrei voluto fare da grande sarebbe stato ‘raccontare storie’. Dopo ho conosciuto la grande Isabelle Allende con “La casa degli Spiriti” e m’innamorai del suo stile di scrittura e del modo magico che ha di raccontare le cose, l’hanno seguita tanti autori che con la loro bravura, pian piano mi hanno insegnato trucchi del mestiere che ancora oggi cerco di carpire ogni volta che leggo un libro. Non si finisce mai di imparare ed io sono avida di insegnamenti.

VITTORIO: Tutti nel senso che non essendo uno scrittore,ma sono solo una persona che per motivi terapeutici ha trovato nello scrivere ogni giorno una valida forma di cura alle proprie nevrosi, ammiro chiunque metta su carta una storia dal fantasy al giallo passando per lo storico.
Non esistono scrittori di Serie A e quelli di Serie B, ma solo scrittori dotati di diverso talento. bisogna dare fiducia al singolo scrittore. Il lettore radical chic è meglio perderlo senza se e senza ma.

3. Quali sono gli ingredienti perfetti per un buon romanzo?
DONATELLA: Lo stile di scrittura, la capacità di emozionare, personaggi ben delineati e l’originalità… tutti questi elementi hanno per me eguale importanza quando leggo un romanzo.
Lo stile di scrittura deve essere pulito, semplice e alla portata di tutti, così che il lettore non si debba scervellare per capire cosa l’autore vuole mostrargli e deve avere un buon ritmo che è essenziale nel racconto, perché lasciare che la storia si affossi in punti morti, allontana il lettore.
La capacità del romanzo di emozionare il lettore e tenerlo legato falla storia fino all’ultima parola è altrettanto importante. È un risultato non facile da ottenere, ma quando l’autore ci riesce, allora il lettore faticherà ad allontanarsi da libro, a ogni pausa dalla lettura avrà la sensazione di avere un appuntamento con il libro, penserà al prossimo incontro ogni momento della giornata e si sentirà triste quando avrà letto la parola “fine”.
La forza delle emozioni è strettamente legata alla presenza di personaggi forti, vividi e ‘tridimensionali’ che è la colonna portante dell’intero racconto. È fondamentale che attraverso gli occhi dei protagonisti, il lettore riesca a immergersi nelle loro vicende e a immedesimarsi.
Per quanto riguarda l’originalità ne ribadisco l’importanza, ma chiarisco che non credo dipenda solo dalla capacità da parte dell’autore di scovare storie mai raccontate, bensì dalla sua abilità nel saper raccontare anche cose già viste in modo nuovo e sorprendente che riesca a stupire il lettore.

VITTORIO: Fortuna. culo. l'aiuto di Dio. scherzi a parte, non esiste la ricetta giusta per creare il capolavoro. L'unico ingrediente che conosco è mettere tutto se stesso nel libro. Dare anima e sangue alla tua storia e personaggi solo così il lettore potrà sentirsi in empatia e coinvolto.
Poi se qualcuno conosce il segreto del successo per favore me lo faccia sapere ovviamente

4. Leggi anche libri in formato eBook o resti fedele al cartaceo?
Cosa ne pensi della lettura digitale?
DONATELLA: Fino a qualche tempo fa rifiutavo l’idea di un libro che non fosse cartaceo, ma poi mi sono avvicinata agli ebook reader e oggi devo dire che li apprezzo quasi quanto il cartaceo. La lettura digitale ha i suoi vantaggi e la alterno con piacere a quella dei libri cartacei. Devo confessare pero, che quando un libro letto in digitale mi appassiona più degli altri, sento il bisogno di comprare il cartaceo che mi dà idea, di essere meno effimero e di poter possedere materialmente la storia che mi ha emozionata.

VITTORIO: Sono un giovane anziano e confesso che amo leggere i libri cartaceo,ma da quasi un anno collaboro con il blog "Il Rumore dei libri" di Lidia Ottelli dove ho la gradita possibilità di leggere scrittori esordienti, ma tutti in formato e-book. Così mi sono aperto a questa nuova tipologia di lettura. Sono certo che l'e-book, anche per motivi ambientali, sia il futuro,probabilmente mio nipote leggerà solo così,ma l'Italia è un paese eternamente in ritardo e facciamo fatica ad accettare e a fare nostre le novità, ma sono fiducioso. Se leggo io gli l'e-book,possono farlo tranquillamente tutti senza timore alcuno.

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Ora non vi resta che farci sapere se questa nuova intervista vi è piaciuta e cosa ne pensate delle risposte di Donatella e Vittorio!
Uno stregabbraccio!

2 commenti:

  1. Intervista interessante!
    Concordo con Donatella sul fatto che ci siano maggiori possibilità per gli scrittori emergenti, però temo che una certa categoria di lettori, che non saprei come definire, abbia dei pregiudizi nei confronti degli autori emergenti...

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    Risposte
    1. Ciao Babuska! Io, purtroppo, sono una di quelle che tende a non dare molte possibilità agli esordienti. So che sbaglio, ma mi è successo raramente di incontrare qualcosa che abbia emozionata. Però non ho pregiudizi, se mi capita qualcosa sottomano lo leggo volentieri :) diciamo solo che se posso comprare qualcosina raramente punto a un esordiente.

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