lunedì 26 gennaio 2015

Recensione: "Lo strano caso dell'apprendista libraia"

Dopo averne tanto parlato, sia qui sul blog che su Facebook, è finalmente arrivato il momento di lasciarvi il mio parere su questo fenomeno editoriale che è rimasto in vetta alle classifiche di tutte le librerie americane. E scusate in anticipo per la lunghezza della recensione.
Pronti? Io mica tanto.

Una piccola libreria a New York. Un amore da dimenticare.
Una magia tra i libri.



Titolo: Lo strano caso dell'apprendista libraia
Autore: Deborah Meyler
Prezzo: 16,40 €
Pagine: 360
Uscita:  2014
Editore: Garzanti

Valutazione
Trama: Esme ama ogni angolo di New York e soprattutto il suo posto speciale: The Owl, la piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon amasse passare pomeriggi d'inverno. Un luogo che può nascondere insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Tra quei vecchi e polverosi scaffali Esme si sente felice. Ed è lì che il destino ha deciso di sorriderle. Sulla vetrina della libreria è appeso un cartello: cercasi libraia. E' l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitrè anni è incinta e non sa cosa fare:il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. La più grande passione di Esme è la lettura, ma non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Eppure ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo, Linda che ha un consiglio per tutti, David e il suo sogno di fare l'attore. E poi c'è Luke timido e taciturno che comunica con lei con la sua musica, con le note della sua chitarra. Sono loro ad insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda. E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell scopre del bambino e vuole tornare da lei…


Ditemi che è uno scherzo. Deve esserlo per forza.
Lo so, le innumerevoli critiche degli altri lettori, la delusione collettiva sui vari social e i voti da 1 o 2 stelle che fioccavano su tutti i siti libreschi a cui sono iscritta avrebbero dovuto farmi scappare a gambe levate, ma come al solito ho voluto lo stesso dare una possibilità a questo romanzo che, pareri negativi a parte, vanta(va) una trama davvero interessante. Perché è innegabile che la storia, bene o male, stuzzichi la curiosità di ogni lettore. Metteteci un titolo accattivante e una cover deliziosa e il gioco è fatto
Peccato che, fin dalle prime pagine, la lettura si rivela non solo deludente, ma addirittura pessima. Partiamo dal fatto che, stupidamente, pensavo che mi sarei in qualche modo rispecchiata nella protagonista. Abbiamo in comune l'età e una gravidanza, immaginavo quindi di ritrovarmi in alcuni suoi pensieri e nelle sue decisioni, nelle sue paure e nelle sue gioie.. e invece no, Esme risulta fin da subito una ragazza detestabile e indecisa, pronta ad annullarsi per compiacere l'uomo di cui è innamorata. Peccato che questo antipatico e maschilista di un (tecnicamente) fidanzato non si faccia scrupolo a tradirla, lasciarla, sminuirla e deriderla come quando gli pare, senza che lei reagisca in alcun modo. Pensate che ho addirittura provato a mettermi nei panni della povera Esme, con la speranza di trovare una giustificazione ai suoi comportamenti: è giovane, è innamorata ed è incinta, e sappiamo tutti che l'amore rende ciechi, ma arriva un momento nella vita in cui, davanti ad una persona del genere, o reagisci o ti lasci trascinare a fondo. E da Esme, soprattutto come futura mamma, mi aspettavo decisamente più coraggio e più razionalità.
Più ci penso e più mi arrabbio. Dico io, ma che razza di messaggio vuol passare ai lettori, questo romanzo?
A prima vista la mia opinione potrebbe sembrare esagerata, ma non è così, non fraintendetemi. Leggo da sempre storie drammatiche e difficili, e le amo proprio perché nella loro negatività mi insegnano sempre qualcosa. Ma la storia di Esme, della sua gravidanza e del suo essere prima donna e poi madre è semplicemente assurda e non porta a niente.
Lei resta odiosa per tutto il libro e la gravidanza non è altro che una macchia confusa e appena accennata, che fa quasi da sfondo a.. be', a niente in realtà, perché il libro si divide fra Esme che si strugge per quel maniaco di Mitchell ed Esme che spolvera gli scaffali di una piccola libreria.
Et voilà, questo è il succo della storia, gentilmente riassunta per voi in una riga. Così non vi prendete neanche il disturbo di leggere il libro.
"Uno dei libri più belli sulla gravidanza e sulla maternità".. io vorrei tanto poter scambiare due chiacchiere con chi ha scritto questa frase per capire cosa c'è di bello in una giovane ragazza che a momenti si scorda perfino di essere incinta, pure quando il pancione è sul punto di scoppiare e che come un fedele cagnolino è disposta ad umiliarsi pur di assecondare un uomo  a cui evidentemente non importa nulla né di lei né del bambino.
Apriamo una piccola parentesi su questa gravidanza, poi: possibile che tutto ruoti intorno ad essa, ma che al tempo stesso l'autrice abbia a malapena fatto intendere che sono trascorsi 9 mesi? Niente sintomi, paure o pensieri, come se Esme avesse un bel pancione finto appiccicato lì per fare scena e di tanto in tanto si ricordasse che, guarda un po', lì dentro c'è addirittura un bambino. Inverosimile è dire poco.
Ma cambiamo argomento, sempre se non vi siete già addormentati. Lo stile dell'autrice è piuttosto banale e deprimente, nonostante la semplicità porti a leggere il libro molto in fretta - unica nota positiva, insieme alla cover -, quindi per lo meno è stata una lettura veloce.
Dire che mi ha delusa è davvero riduttivo. Non succede quasi nulla in queste 360 pagine, ci sono salti temporali senza senso, una protagonista disposta a scendere a compromessi inaccettabili pur di non perdere un uomo che la tratta come uno zerbino - sapete chi mi ha ricordato? Quella demente di Abby di Uno splendido disastro - e un finale per niente soddisfacente.
Banale, un romanzo che cerca di essere poetico e toccante, ma che è riuscito solo a farmi arrabbiare e che mi ha lasciato una brutta sensazione addosso, senza regalarmi niente di positivo. Sconsigliato, superficiale, con protagonisti - sia principali che secondari - appena accennati, inutili e di cui a malapena ricordo i nomi. Mancano diverse cose a questo romanzo: il senso, il buongusto e la decenza.
La storia aveva un ottimo potenziale, ma si trascina lenta e monotona senza arrivare da nessuna parte e cerca di fare leva su discorsi tecnicamente brillanti, ma che in questo caso non bastano a salvare il libro dalla bocciatura totale. Voglio dire, i gusti sono gusti, ma un libro per funzionare deve avere un determinato tipo di pregi e di caratteristiche, di cui Lo strano caso dell'apprendista libraia è completamente sprovvisto. Fenomeno editoriale un cavolo, cari lettori. Per la prima volta in vita mia - anzi la seconda, contando Uno splendido disastro - posso davvero dire che leggere è stata una perdita di tempo. E con questo passo e chiudo, che penso di averlo demolito abbastanza.
Se siete sopravvissuti e avete letto fin qui, battete un colpo e.. alla prossima - speriamo migliore - recensione!


I consigli dell'Antro:
Cibo/bevanda: caffè al caramello
Da leggere: ..... o forse no?
Voglia di: una lettura veloce

20 commenti:

  1. Letto qualche mese e fa, e concordo in pieno, soprattutto sul messaggio inaccettabile che lascia passare . Ho quasi odiato più lei che lui, proprio per come gli ha permesso di farsi trattare. Banali anche il resto dei personaggi. Poi mi dicevo sempre dai ora succederà qualcosa invece niente...
    Quando mia madre l'ha visto fa: Uh che carino^^ l'ho placcata prima che sprecasse anche lei tempo con questo schifezza.
    Ti auguro letture migliori ;)

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    1. Guarda, sono felicissima di sapere che la pensi come me! Certo, le innumerevoli recensioni da una 1 stella che si trovano su aNobii ecc non lasciavano dubbi, ma..! Bravissima, hai fatto bene a salvare tua madre, le hai risparmiato una pessima lettura U.U

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  2. Personalmente penso che gli americani non siano affidabili. Non per cattiveria, ma è così! XD Si esaltano per nulla e ogni libro sembra un caso editoriale. Credo che, semplicemente, si accontentino di qualsiasi cosa. Ormai non li considero proprio più. Non parliamo poi delle blogger italiane che si fanno influenzare in toto da quelle americane D:

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    1. Ahaha, il mio Principe diceva la stessa cosa, e non posso che darvi ragione. In america sembra che ogni nuova uscita sia il capolavoro del secolo, non so.. o.O
      Fatto sta che questo proprio non mi è andato giù! Passino quelle ciofeche tipo Urban Fantasy ridicoli ecc, ma libri come questo, che mandano messaggi sbagliati e negativi, proprio non li sopporto.

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    2. Appunto!
      Guarda, i messaggi che mandano alcuni libri sono orribili.

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  3. Peccato per questo libro... insomma è la dimostrazione di quanto possano fare la pubblicità e recensioni positive create ad hoc... a me è successo poco tempo fa con un altro libro, "Zucchero e veleno" di Lisa dalla Noce, anche lì c'erano gravidanze e abbandoni, ma è stata una lettura pessima.

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    1. Hai ragione, che delusione quando succede così! :(
      Ricordo la tua recensione, ero passata a commentare.. per fortuna, alla fine, possiamo scrollarci di dosso queste brutte letture a passare ad altro.

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  4. Ahah sicuramente la lettura del libro sarebbe stata una pessima idea!! Meno male che ci siete voi, già vittime della bella copertina e della parola magica "libraia" che ci salvate!!! Ma poi, vista la trama..che "strano caso" c'è in questo libro? Qualche mistero, qualche segreto??...mi pare di no, ma non avendolo letto, non posso esserne sicura!

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    1. L'unico vero mistero è perché accidenti abbiano deciso di tradurlo! o.O
      Ovviamente nel titolo originali di "strani casi" non si accennava neppure!

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  5. L'avevo preso in considerazione tempo fa ma alcuni miei contatti mi hanno detto che è orribile, e dalla tua recensione trovo solo conferme.
    Che peccato, il titolo è così accattivante!

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    1. Cla, pensa che il titolo originale, senza dubbio più coerente di quello italiano, era un semplicissimo "The bookstore".. assurdo come una bella cover e un titolo accattivante possano attirare tanta attenzione, no?

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  6. La trama sembrava davvero carina, Eika, peccato si sia rivelato una schifezza :( sceglierò in modo più accurato le mie prossime lettura, senza dubbio!

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  7. Quello che hai scritto mi ha fatto riflettere, al di là del libro specifico: è esattamente quello che ho scritto io sui "casi letterari" che ho letto, quelli con la cronologia dei diritti acquistati nei vari paesi per inenderci (e sono abbastanza sicura che questo probabilmente ce l'abbia), come "La figlia del silenzio", "Il profumo delle foglie di limone", ecc... Ed è la stessa cosa che ho letto in tanti blog di lettrici con le quali spesso ho pareri simili. Cambiano le parole usate, perchè ognuna scrive la recensione a modo suo, ma il succo è uguale: trama potenzialmente interessante che però viene sviluppata in modo superficiale, i temi che dovrebbero essere centrali e che solitamente sono belli tosti (in questo caso la gravidanza, negli altri due che ho citato la sindrome di down e il nazismo) che diventanto addirittura marginali, personaggi insulsi e passivi, che quindi contribuiscono all'appiattimento della trama. Alla fine sono tutti libri che dietro alle parole scritte nascondono il nulla più assoluto. Possibile che davvero piacciano? Che davvero possano essere una lettura soddisfacente per qualcuno? Perchè al di là delle eroiche imprese affrontate dagli editori per accaparrarsi i diritti (mi fanno troppo ridere le cronologie: mi immagino tutti questi editori vestiti da Indiana Jones che vanno a caccia dei diritti di pubblicazione), se ci spendono dei soldi sarà perchè vendono!! Domande a cui probabilmente non avrò mai risposta... ;)

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    1. È vero Simo, il mio pensiero vale per diversi altri libri, non solo per questo.. è triste pensare che le CE, che potrebbero davvero sfruttare la loro posizione per passare messaggi positivi attraverso i libri, scelgano invece di tradurre testi banali e diseducativi come questi. Poi per carità, il buco nell'acqua ogni tanto è inevitabile e non penso scelgano apposta delle schifezze, ma sicuramente le loro decisioni, spesso e volentieri, sono dettate dalle vendite che sanno di poterci ricavare, e non dalla gioia di poter realmente offrire ai lettori un buon libro.

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  8. Tra tutte le recensioni negative la tua è quella che più mi ha spiazzato o_O non ho intenzione di leggere questo romanzo e non credo che ora cambierò facilmente idea
    Da quanto ho capito non ne vale la pena
    Un po' sono delusa devo dire, mi sembrava un così bel libro

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    1. Ciao Fede! Incredibile quanto le CE riescano a prenderci in giro con una bella cover e una trama accattivante, non trovi? :(
      Di questo romanzo ho letto solo recensioni negative, è davvero uno di quei libri che non capisco come possano piacere anche ad una singola persona..

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  9. Grazie per il tempo -perso- che hai dedicato alla lettura di questo libro: quanto meno dopo aver letto la tua recensione ne starò alla larga!

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    1. Qualcuno deve pur farlo, Ila! xD scherzi a parte, avere la possibilità di leggere e recensire un libro inviato direttamente dalla CE è sempre un onore, ma certe volte me ne pento davvero.

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  10. mi spiace troppo che sia recensito in modo negativo da tutti :( io lo leggerò lo stesso, perchè sono curiosa, però è un vero peccato!

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    1. Ciao Ika! Lo hai poi letto alla fine? Ti è piaciuto?

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